Roma Capoccia - Spina di borgo
Una croce grande
Il Papa torna sul viaggio in Iraq, andato bene. Compresa la conferenza in aereo senza gossip
Il Papa è tornato ieri mattina sullo storico viaggio in Iraq, durante l’udienza generale. Altre parole che resteranno. “Ho sentito forte il senso penitenziale di questo pellegrinaggio: non potevo avvicinarmi a quel popolo martoriato, a quella Chiesa martire, senza prendere su di me, a nome della Chiesa cattolica, la croce che loro portano da anni; una croce grande, come quella posta all’entrata di Qaraqosh. L’ho sentito in modo particolare vedendo le ferite ancora aperte delle distruzioni, e più ancora incontrando e ascoltando i testimoni sopravvissuti alle violenze, alle persecuzioni, all’esilio… E nello stesso tempo ho visto intorno a me la gioia di accogliere il messaggero di Cristo; ho visto la speranza di aprirsi a un orizzonte di pace e di fraternità”.
Non c’è stata alcuna ombra su questo viaggio – a parte il dispiacere di una parte dell’ebraismo per il mancato invito di propri esponenti all’Incontro di Ur, terra di Abramo – , né malintesi di sorta. La conferenza stampa aerea, depurata di domande su altri argomenti (l’esilio di Enzo Bianchi, la riforma della curia, eccetera), ha fatto sì che tutto restasse orientato sul pellegrinaggio iracheno, tra i martiri del nostro tempo. Avanti così.