Hans Küng, scomparso martedì a Tubinga, all'età di 93 anni (ANsa)

Roma Capoccia - Spina di Borgo

Küng santo subito? No

Matteo Matzuzzi

Ecco la scontata canonizzazione postuma del grande teologo che voleva smontare la Chiesa

Probabilmente, il primo a non volere la beatificazione alla quale è stato sottoposto nelle ultime ventiquattro ore sarebbe stato proprio lui. Di colpo, Hans Küng, scomparso martedì a Tubinga all’età di 93 anni, quasi salito all’onore degli altari. Santo subito, insomma. Agiografie commosse e commoventi, ritratti sul gigante della teologia che si batté contro “l’infallibilità papale”, il che naturalmente è una medaglia per gli agiografi nostrani, anche se dichiaratamente cattolici. Küng è stato un protagonista della teologia novecentesca, dell’interpretazione del Concilio e di tutto quanto è stato detto e argomentato dopo il Concilio.

 

Le riforme, a suo giudizio, non erano sufficienti: bisognava smontare la Chiesa, rivoluzionare tutto, rovesciare la piramide. Sì al sacerdozio femminile, sì all’eutanasia, sì alla fine del celibato sacerdotale, sì alla contraccezione. Però sempre da “posizioni cattoliche”, come ebbe modo di ribadire negli ultimi tempi al suo ex assistente, il cardinale Walter Kasper. Con il vecchio amico-rivale e già collega Joseph Ratzinger ebbe un incontro nel settembre del 2005 a Castel Gandolfo: “clima cordiale”, si disse. Ma le posizioni non si avvicinarono. (mat.mat)

 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.