Grosso guaio alla Pisana
Lazio dolente. Si dimette Buschini, presidente (zingarettiano) del consiglio regionale
L'ex segretario del Pd non trova la pax locale auspicata
La cosidetta "concorsopoli", le accuse di Ignazio Marino e Matteo Orfini e quelle dell'opposizione. Fratelli d'Italia vuole l'azzeramento delle assunzioni, dice il vicepresidente della Camera e deputato Fabio Rampelli, e le dimissioni dell'intero ufficio di presidenza, dice la consigliera regionale Chiara Colosimo (anche perché Lega intenda)
È passato soltanto un mese dal “passo di lato” con cui Nicola Zingaretti si è dimesso da segretario del Pd, verso il luogo che doveva sembrargli un buen ritiro operoso: la regione Lazio da lui governata, e da alcuni considerata anticamera al possibile (seppure da lui finora negato) balzo da candidato sindaco di Roma. Aveva qualche motivo per considerarsi soddisfatto, il governatore, ché il Lazio veniva portato come esempio per la campagna vaccinale. Vai a pensare che lo stesso Lazio avrebbe riservato preoccupazioni per la cosiddetta “concorsopoli”, vicenda di assunzioni alla Regione legata al concorso di pertinenza del Comune di Allumiere (assunzioni di collaboratori e politici pd, avvenute nei giorni delle feste di fine anno). E ieri il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini ha annunciato le dimissioni: “Ho sempre lavorato nel pieno rispetto della legge…Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da Presidente per garantire al mio successore di nominare in piena autonomia i membri della Commissione trasparenza che ho fortemente voluto e che, sono sicuro, farà luce sulla vicenda”.
E se la normativa permette di attingere a procedure concluse da altri enti pubblici nel territorio, e quindi risulta legale, il caso è politico, è l’accusa sollevata dal Fatto e da Repubblica. Ma anche l’ex sindaco Ignazio Marino ha parlato di “criterio della fedeltà a una corrente”, mentre il deputato pd Matteo Orfini ha definito la questione “sconcertante”.
Intanto, nell’opposizione, le dimissioni di Buschini vengono considerate non sufficienti dal commissario romano di Forza Italia Maurizio Gasparri. E Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, chiede l’azzeramento delle assunzioni e denuncia “il sospetto di una procedura selettiva di tipo clientelare, tanto da aver presentato un’interrogazione al ministro Brunetta”. Chiara Colosimo, giovane consigliera regionale di Fd’I, auspica, come Rampelli, le dimissioni trasversali dell’intero ufficio di presidenza, “visto che le delibere le hanno votate tutti”, e, dice al Foglio, ritiene urgente “far luce su una vicenda su cui non è stata scritta la parola fine, a partire dal documento relativo alla pre-selezione fino alla mancanza di ‘quote rosa’ previste dal concorso – quote care al Pd”. Nell’ufficio presidenza c’è anche la Lega, alleata locale di Fd’I, a cui, dice Colosimo, “è stata fatta presente l’opportunità di dimettersi, al momento inutilmente”.