Tra due liitganti

Sinistra e destra indecise su Roma (e Raggi ne approfitta)

Il nome del candidato non c'è ancora né di qua né di là, mentre la sindaca uscente ribadisce di essere in campo

Letta vuole le primarie, Calenda no. La Lega vuole un nome di società civile, Fratelli d'Italia un nome politico. Forza Italia non ha rinunciato a Guido Bertolaso nonostante le smentite. Il Pd spera in Zingaretti. Ma se Raggi non si ritira l'alleanza Pd-Cinque stelle è a rischio 

Il centrosinistra non ha risolto la questione “candidato sindaco di Roma” – si attende infatti di capire se l’ex segretario Nicola Zingaretti voglia scendere in campo o no, dopo varie smentite che però non sono state prese come vere smentite, ché la decisione dipende anche dal sindaco uscente e ricandidato Virginia Raggi, nel senso che se Virginia Raggi rimane in campo per il bis il problema della coalizione M5s-Pd diventa ingombrante (non tutto il M5s la vuole; il Pd non la vorrebbe, e Zingaretti è uno dei paladini dell’alleanza grillini-dem).

 

Ma neanche il centrodestra ha risolto la questione del candidato sindaco. Riassunto delle puntate precedenti: nell’autunno scorso i tre partiti della coalizione (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) cominciano a incontrarsi regolarmente per definire il percorso (e i possibili nomi) in direzione delle amministrative. Solo che le impostazioni erano e sono diverse, specie tra Lega e FdI (che adesso, per giunta, trovandosi una al governo e una all’opposizione, contendono anche su altri fronti, vedi Copasir). E il motivo della contesa era proprio il profilo del possibile candidato: di società civile per Matteo Salvini, politico per Giorgia Meloni. Intanto Forza Italia puntava su Guido Bertolaso — che smentiva di voler competere, visto anche l’impegno in Lombardia, ma che in qualche modo restava in campo, come ha sottolineato più volte il senatore di FI e commissario romano del partito Maurizio Gasparri (che lo definisce infatti “risorsa anche per una grande città” e dice: "Vogliamo cercare di vincere, non di partecipare"). Intanto si è fatto il nome del manager sportivo Andrea Abodi, ma la via non risulta più molto percorribile – come pure non appare prioritaria la pista di Simonetta Matone, giudice data qualche giorno fa per candidabile a destra.

 

 E mentre Enrico Letta ribadisce la necessità di ricorrere alle primarie, e Carlo Calenda risponde “legittima decisione, ma le nostre strade si separano”, l’unica che pare determinata è proprio Virginia Raggi: determinata a ricandidarsi in ogni caso, nonostante l’ex premier Conte abbia fatto capire a Letta di essere pronto a parlarle per favorire un dietrofront. Ma la sindaca rincara con un post: “Mi è stato proposto di tutto per invitarmi a fare un passo indietro”. E se FI punta sul volano della proposta di legge costituzionale per Roma Capitale, il Pd – tramite il responsabile Enti locali Francesco Boccia – cerca di recuperare Calenda al grido di “coalizione larga e unita e, dove possibile, alleanza con il M5s. Fuori dal centrosinistra c’è un centrodestra”.