passerella internazionale
Palcoscenico Europei. Raggi porta a spasso il trofeo calcistico, e fa campagna per sé
Cosa c'è dietro al viaggio della Coppa per le strade della capitale
Il torneo Uefa Euro 2020 inizia l'11 giugno da Roma, il sindaco punta al rilancio nell'indecisione altrui
Il palcoscenico è diffuso, le quinte sono i luoghi simbolici della città: il Colosseo, il Campidoglio, il Pincio, Ponte Sant’Angelo, lo Stadio Olimpico. L’oggetto anche è simbolico: il trofeo degli Europei di calcio (con relativa mascotte), portato a spasso dal sindaco Virginia Raggi dopo la conferma che Roma sarà sede di quattro partite del torneo, tra cui quella inaugurale dell’11 giugno.
“Arrivano gli Europei a Roma, è un grande evento sportivo internazionale ed è anche un segno di ripartenza per il turismo e per il commercio. Questo è il calcio che ci piace: altro che Superlega”, ha detto Raggi. E Daniele Frongia, assessore allo Sport, ha aggiunto che “la città è pronta ad accogliere l’evento, così come eravamo pronti lo scorso anno. Oggi lo siamo ancora di più con tutti i protocolli necessari. L’Europeo sarà un segnale importante non solo per il calcio, ma anche per gli altri sport e l’economia in generale. Ci sono già le prime prenotazioni negli alberghi della nostra città e questo è il segnale che tutti ci aspettavamo”.
E insomma il viaggio del trofeo calcistico per le strade di Roma, in un momento in cui si sta per riaprire l’Italia, fa volare le ambizioni di grandeur cittadina. Ma nell’enfasi del sindaco e del suo entourage c’è molto altro. Per esempio l’occasione di ribadire in via subliminale quello che era stato detto da Raggi in chiaro una settimana fa, nel post in cui denunciava pressioni per “invitarla a fare un passo indietro” (ed erano giorni che, come ha raccontato questo giornale, l’ex premier Giuseppe Conte veniva considerato in movimento per rassicurare il segretario del Pd Enrico Letta. Come dire: convinco io Virginia a ritirarsi).
Non solo: Raggi ha problemi in Campidoglio, dove non ha una maggioranza, vista anche la presenza dei dissidenti interni al M5s. Ma quella che sembra una debolezza è diventata paradossalmente una forza, nel contesto di un’alleanza Pd-Cinque stelle non definita a livello locale, dove anzi si registra malcontento. Tanto più a Roma, dove il Pd, per bocca dell’ex segretario Nicola Zingaretti, ha definito “una minaccia la ricandidatura di Virginia Raggi”. E Raggi va avanti.
A questo si aggiunge la lentezza del processo decisionale del centrodestra e del centrosinistra sui candidati. C’è una data per le primarie del centrosinistra, ma non ancora il nome di prima linea. E ci sono, da mesi, discussioni nel centrodestra, ma neanche lì è stata trovata la soluzione. Quale migliore vetrina, per Raggi, della passerella calcistica europea?