I profili che si negano

Doppio dilemma a Roma. Destra e sinistra alle prese con i nomi dei candidati sindaco

Raggi va avanti, nel centrosinistra il tema è: come assicurarsi un posto al secondo turno

Marianna Rizzini

Forza Italia e Lega vogliono Bertolaso (anche se FdI preferiva un nome politico), Enrico Letta incontra Roberto Gualtieri ma c'è chi spera ancora nella mossa a sorpresa di Zingaretti

Del doman non v’è certezza, ma certo non è passato inosservato, nel centrodestra, l’annuncio del ritorno di Guido Bertolaso a Roma, dopo i mesi passati a Milano per la campagna vaccinale. Nonostante le varie smentite dell’ex capo della Protezione civile, infatti, la Lega e Forza Italia puntano su di lui per la corsa a sindaco di Roma (Fratelli d’Italia negli ultimi mesi ha fatto capire più volte di preferire un profilo politico, ma non si è messa contro). Non a caso il senatore Maurizio Gasparri, commissario romano di Forza Italia, ieri ha sottolineato il concetto: “Forza Italia ribadisce che in vista delle elezioni di Roma serve la massima e piena coesione del centrodestra per un grande schieramento alternativo alla sinistra, ai grillini e agli inutili candidati ‘fai da te’. Roma non è un palcoscenico dove esibire i candidati di seconda fila o dove far passeggiare improvvisatori alla Calenda. Riteniamo che l’unità del centrodestra formato da FI, FdI e Lega sia fondamentale. Ma bisogna essere in campo con una candidatura di serie A, o civica o politica. Altri scenari non esistono”.

 

E se è vero che Bertolaso assicura che “tornerà a fare il nonno”, è anche vero che sui social ha deriso la sindaca per la foto dell’arena di Nimes messa on line al posto di quella del Colosseo. “Come dire che è attento a Roma”, dice chi cerca segnali di disponibilità. Ma c’è anche chi ricorda la frase del sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, coordinatore del Carroccio nel Lazio: “Il candidato sindaco lo decideremo in mezz’ora”. Si, ma quando?, si domandano coloro che, nel centrodestra, non vorrebbero veder sfumare un tesoretto potenziale di voti.

 

I voti che la sindaca Virginia Raggi vorrebbe riconquistare, mentre il centrosinistra si dibatte in dilemmi speculari a quelli del centrodestra. Anche nel Pd infatti c’è un nome che si nega, ma che non viene del tutto creduto quando si nega: quello del governatore ed ex segretario pd Nicola Zingaretti, nonostante due giorni fa il segretario Enrico Letta abbia incontrato l’ex ministro e candidato in pectore Roberto Gualtieri, prossimo ad annunciare il “sì” alla corsa. Tutto si muove o tutto è fermo? L’impressione è che, in entrambe le coalizioni, si proceda con il passo del gambero. E anche se a sinistra c’è la data delle primarie, il 20 giugno, il problema si chiama ancora “ballottaggio”: come assicurarsi un posto al secondo turno, senza se e senza ma (non per niente nel Pd si è sperato invano, con l’aiuto di Giuseppe Conte, di convincere Raggi a ritirarsi).  

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.