roma capoccia
Dopo cinque anni Raggi ha capito dove si trova
"Io sono d’accordo con quelle visioni che prevedono per Roma gli stessi poteri legislativi di una Regione", ha detto la sindaca in un’audizione in Parlamento
“Io sono d’accordo con quelle visioni che prevedono per Roma gli stessi poteri legislativi di una Regione”. In un esasperante e poco proficuo eterno ritorno la questione della governance di Roma è di nuovo nell’agenda della politica. In un anno in fondo speciale, quello dei 150 dall’istituzione della Capitale, ieri a dire la sua presso la commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati è andata la sindaca Virginia Raggi. La prima cittadina ha dato ragione al dem Roberto Morassut che lo ripete da anni: Roma deve diventare una Regione. “Sul perimetro territoriale dovranno essere fatte delle riflessioni: se tenerlo circoscritto alla città o ampliarlo all’area metropolitana, ma di certo avere gli stessi poteri legislativi di una Regione permetterebbe di operare con maggiore praticità”.
La sindaca ha poi elencato alcune delle cose che secondo lei renderebbero più efficiente la macchina burocratica capitolina: “Dobbiamo avere competenze diretta sulle varianti urbanistiche, in questo modo agevoleremmo gli interventi di manutenzione urbana ordinaria e straordinaria, non è possibile essere costantemente sottoposti ai tempi di un altro ente”. Discorso analogo sui trasporti: “Dobbiamo avere competenze sull’area vasta e non esclusivamente sulla zona urbana di Roma Capitale”. La sindaca ha anche fatto una proposta sulle soprintendenze. “A Roma – ha detto – una delle problematiche negli interventi e nella realizzazione di opere pubbliche è la sovrapposizione tra Soprintendenza di Stato, Sovrintendenza capitolina e Parco archeologico del Colosseo: non possiamo avere tre soggetti, che talvolta emettono pareri divergenti. Sarebbe auspicabile riunirli in un unico organo controllato da Roma Capitale”.
Durante l’audizione è anche la domanda delle domande: come apportare le necessarie modifiche? Raggi sposa la linea del doppio binario: una modifica di legge ordinaria per dare alla Capitale accesso diretto ai fondi europei e a quelli sul trasporto pubblico e una modifica costituzionale per la trasformazione in Regione. “Credo che entrambe le strade vadano percorse perché hanno obiettivi e tempi diversi”. Ci si riuscirà? Il presidente della commissione Affari costituzionali, il grillino Giuseppe Brescia, è fiducioso: “C’è la disponibilità del governo, se tutti i partiti avranno un comportamento leale quest’estate potremmo riuscire ad arrivare a calendarizzare in aula la riforma”.