Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Roma Capoccia

Manca la destra, ma la campagna elettorale per il comune è iniziata

Gianluca De Rosa

Raggi, Gualtieri, Calenda: al via la corsa di cinque mesi che li separa dal primo turno. Tutte le strategie dei candidati

Dopo mesi di tentennamenti, ipotesi fantapolitiche ma reali, accelerazioni e brusche frenate, a Roma il quadro elettorale è diventato di colpo più nitido. Virginia Raggi, Roberto Gualtieri e Carlo Calenda si preparano ai quasi cinque mesi di passione che li dividono dal primo turno. E già dai loro primi movimenti si comincia a capire qualcosa sulla direzione che prenderà la campagna elettorale. Virginia Raggi per il suo bis investe sulla continuità. Due giorni fa in un’intervista in tv ha esposto il suo manifesto: l’elogio della durata, dell’esperienza, del potere del governo senza strappi. “Credo che i romani – ha detto – dovrebbero puntare sulla continuità, senza si fermerebbe tutto”. Poi onesta e cinica: “Vedo i miei avversari che si lanciano con i ‘diremo’, ‘faremo’... sembro io 5 anni fa”. Intanto i suoi fedelissimi hanno preparato un primo evento per la raccolta fondi. Naturalmente ci si vede a Ostia, bastione grillino. Si parla di 400 partecipanti. La sindaca pensa anche alla questione liste. Si sta lavorando a due civiche (un’anti-mafia e una a tema legalità) da affiancare a quella del M5s. Non ne farà parte Federica Angeli. La giornalista, attualmente delegata alle periferie del Campidoglio, ma corteggiata con insistenza anche da Calenda smentisce ogni ipotesi di candidatura.

 

A sinistra, invece, Roberto Gualtieri comincia a prendere le misure del suo nuovo abito da candidato. Il 20 giugno se la vedrà alle primarie con Stefano Fassina e, giubilo per i tanti preoccupati, con una donna, Imma Battaglia, militante Lgbt ed ex consigliera comunale, che presenterà proprio oggi la sua candidatura. In ogni caso sarà una formalità. L’ex ministro ha cominciato in punta di piedi. Facendosi presentare alle periferie della Capitale da chi, nel Pd, a Roma è ben radicato. E’ probabile che questa sarà una costante della sua campagna elettorale. Primo appuntamento sabato scorso al parco archeologico di Centocelle dove ha incontrato un comitato. A fare le presentazioni, l’ex assessore e deputato dem Roberto Morassut. Poi domenica a Piana del Sole, periferia ovest della città, con lui c’era l’assessore regionale alle Politiche abitative Massimiliano Valeriani.

 

Pd e Raggi intanto hanno già fatto la spola a una realtà che piace a entrambi. Negli ultimi anni i “ragazzi del cinema America” hanno raccolto frotte di giovani davanti ai maxischermi estivi, adesso stanno terminando la ristrutturazione della Sala Troisi, a Trastevere. Sono passati a trovarli nell’ordine: Dario Franceschini, Virginia Raggi e Andrea Orlando. Se si chiede a Valerio Carocci, presidente del Cinema America, che cosa si siano detti lui risponde così: “Ho regalato loro la lenticchia di Castelluccio e detto la ricetta di mia nonna Maria”.

 

Il più ringaluzzito dei candidati comunque sembra Carlo Calenda. Lunedì il leader d’Azione invierà in ognuno dei 15 municipi della Capitale un apecar con i manifesti “Roma sul serio”, mentre ai gazebo i volontari esporanno il programma. Oggi Calenda ha una preoccupazione e un punto di forza. La preoccupazione si chiama Matteo Renzi. Vuole evitare in ogni modo che la sua candidatura sia in qualche modo legata all’abbraccio – considerato elettoralmente mortale – del leader d’Italia Viva. Due giorni fa si è giunti al paradosso. Renzi spiegava: “A Roma tra Raggi e Gualtieri scelgo ad occhi chiusi Calenda”. E quell’altro si affrettava a smentire: “Non so che significa, la mia sarà una candidatura civica”. Il coordinatore d’Italia Viva a Roma, Marco Cappa, spiega: “Noi sosteniamo Calenda, ma ci sarà un unico grande listone con l’aiuto nostro, di + Europa e dei repubblicani”.

 

Il punto di forza di Calenda, invece, si chiama notorietà, peso mediatico. Lui e Virginia Raggi sono su questo legati da un filo invisibile. In attesa del centrodestra è certo che tra loro e Gualtieri il meno conosciuto sia proprio quest’ultimo. Sarà forse anche per questo che nelle differenze i due talvolta si spalleggiano. “Brava Virginia”, scriveva giorni fa Calenda lodando la sindaca a San Basilio. “Grazie Carlo, la prossima volta andiamo insieme”, replicava lei.