Fratelli diversi
Il caso Roma fa emergere le divergenze nel moloch di Giorgia Meloni
La lettera aperta di Rampelli, il post di Lollobrigida
Non c'è solo l'incertezza dell'intero centrodestra sul candidato sindaco nella Capitale. Anche in Fratelli d'Italia c'è chi mette in discussione la linea della leader Meloni
C’è la storia della destra che non si decide sul candidato sindaco per la Capitale, con effetti surreali (per esempio quello di bruciare il vantaggio accumulato in anni di gestione Raggi e di temporeggiamento a sinistra), sullo sfondo del ricorrente attrito tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E c’è la storia nella storia, quella che vede Fratelli d’Italia, uno dei partiti protagonisti della querelle sui candidati, percorsa da altre tensioni: non esterne ma interne, emerse da tempo ma rese evidenti dallo sconcerto serpeggiante a proposito del nome di colui che molti, nel centrodestra, faticano a considerare candidato per Roma (cioè quello dell’avvocato Enrico Michetti, anche soprannominato “chi era costui?”). E se è vero che il “no” di Guido Bertolaso ha creato problemi anche a Lega e Forza Italia, è ormai evidente che FdI non è mono-linea come sembra. E non soltanto perché i suoi esponenti non sposano in toto l’idea di dover sostenere il mattatore radiofonico (non noto ai più) Michetti, ma anche perché il partito si era speso, in disaccordo con Lega e FI, per una soluzione più politica e non civica.
E invece i tre leader del centrodestra, qualche giorno fa, hanno apparentemente sponsorizzato una formula magica comune (anche utile a prendere tempo): stiamo cercando un profilo civico per essere inclusivi, hanno detto infatti all’unisono Meloni, Salvini e Tajani. Ma ancora a fine aprile il vicepresidente della Camera e deputato di FdI Fabio Rampelli non escludeva le primarie. Né pareva condiviso, all’interno di FdI, un certo attendismo del centrodestra nel suo complesso (come dire: vediamo che cosa fa il Pd e poi decidiamo). Possibile che ci sia stata un’improvvisa conversione? Così non pare, a giudicare dalle parole.
Per esempio quelle dello stesso Rampelli, che in una lettera aperta sull’Huffington Post, dal titolo eloquente (“Fratelli d’Italia non è solo Giorgia Meloni”), ripercorre la storia della generazione “che si è prefissata l’obiettivo di strappare la destra alla marginalità” e fa i nomi degli esponenti con lungo cursus locale (come dire: non è che non abbiamo una classe dirigente). Ma anche quelle di Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, in un post su Facebook di pura fede “meloniana”: “In molti mi hanno chiesto se esistono ‘correnti’ nel nostro Movimento. La risposta è che c’è un solo ‘capo’ e siamo orgogliosi sia anche una donna”. Indizi? Prove? Il caso Roma dimostra che il moloch meloniano non è un moloch.