(Ansa)

Roma Capoccia

Grillini fissati

Marianna Rizzini

I 5 stelle denunciano l’ultimo complotto contro Raggi: c’è una manina dietro “Azelio”

C’era un complotto per eleggerla e uno per farla cadere. E adesso l'ultima delle macchinazioni, sulla figuraccia della targa in onore di Carlo Azeglio Ciampi con il nome sbagliato. Quell’ “Azelio” non sarebbe farina del sacco di Virginia Raggi, né degli uffici del Campidoglio a lei fedeli. Non un errore, dunque. Ma l’ennesimo dei trabocchetti tesi alla sindaca grillina. Forse innocuo, ma, si sa, “si avvicinano le elezioni e ormai si inventano tutto per fermare Virginia Raggi”. Le parole tra virgolette sono del consigliere comunale del M5s Paolo Ferrara, ex finanziere di Ostia non nuovo a uscite spericolate.

  

Ancora Ferrara: “La targa con il nome sbagliato di Carlo Azeglio Ciampi non è un semplice errore. Vi sembra possibile? A me no”. Scontato l’intrigo, sicura la cospirazione. Per i grillini romani la sindrome della congiura è un automatismo. Un tic che scatta davanti a qualsiasi problema. Sin da prima che la Raggi vincesse le elezioni comunali del 2016. Paola Taverna aveva avvertito tutti quanti. “Potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il M5s a Roma”, spiegava cinque anni fa. Perché? Facile: “Al Comune a Roma vogliono metterci i Cinque Stelle, per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura”. I poteri forti danno, i poteri forti tolgono. Dopo qualche mese già si adoperavano per buttarla giù, la Raggi.

 

Le inchieste giudiziarie? “Complotto”, i bus in fiamme? “Complotto”. Stessa risposta per i guasti alla metro, le dimissioni degli assessori, la sporcizia, le buche, i ratti. Sui trasporti, ad esempio, la Raggi appena eletta spiegava che se non funzionano è perché “c’è un disegno”. Atac viene sabotata “per far vedere che il pubblico non è in grado di gestire per poi far subentrare i privati”. Anche se un capitolo a parte lo meritano i rifiuti. Sul tema la Raggi ha evocato il trappolone solo qualche mese fa. A febbraio, quando ha parlato di “emergenza pilotata” dalla Regione di Nicola Zingaretti, reo di non avere mai aiutato Ama.

 

 

Due anni prima l'eterna crisi dei cassonetti pieni era “studiata a tavolino”. Tra il 2016 e il 2017 qualcuno, come Marco Travaglio e Luigi Di Maio, è arrivato a dire che i guai sui rifiuti erano una ritorsione nei confronti della sindaca perché aveva detto no alle Olimpiadi del 2024. Insuperabile il “complotto dei frigoriferi” del 2016. Di fronte alle strade invase da elettrodomestici, divani e materassi, ecco la risposta della Raggi: “Mai visto tanti rifiuti pesanti abbandonati per strada. Mi sembra strano”. L'eterno ritorno del complotto.

 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.