ROMA CAPOCCIA
Raggi tra Conte e Grillo. La guerra nel M5s rischia di azzopparla
Gli schizzi di fango della lotta tra il Garante e il quasi capo politico licenziato su due piedi rischiano di macchiare la campagna elettorale per il bis della sindaca. Che ora trema
“Bisogna sperare assolutamente che Beppe e Giuseppe si chiariscano, altrimenti qui finiamo al 10 per cento”. Tra le mura di palazzo Senatorio c’è preoccupazione. Dalle guerre stellari tra Grillo e Conte in Campidoglio possono arrivare solo problemi. Rogne grandissime.
Gli schizzi di fango della lotta tra il Garante e il quasi capo politico licenziato su due piedi rischiano di macchiare la campagna elettorale per il bis di Virginia Raggi. Per adesso a palazzo Senatorio le bocche sono cucite. Tutti sperano ancora in un miracoloso chiarimento dell’ultimo momento. Perché è vero che nei sondaggi Virginia Raggi raccoglie già oggi percentuali ben più alte di quella della lista grillina, ma un’eventuale scissione del Movimento potrebbe essere davvero dannosa. Anche alla sindaca toccherebbe scegliere da che parte stare. E pensare che lei, Virginia, ha fatto di tutto per non perdere il sostegno del M5s. E adesso tutto rischia di saltare in aria. La prima cittadina è stretta, come tutti, tra l’incudine e il martello, tra il fondatore e il leader che doveva essere. Beppe Grillo è stato il primo a sostenerla. “Aridaje Virginia”, diceva involontariamente equivoco, quando ancora tanti nel Movimento non erano affatto persuasi dell’opportunità di ricandidarla alla guida della Capitale. Per convincere Conte c’è voluto molto di più.
L’ex presidente del consiglio doveva essere l’altro anello, insieme a Enrico Letta, dell’alleanza organica tra Pd e grillini. Il segretario dem sperava che proprio lui potesse convincere la sindaca al passo indietro, un passaggio necessario per la candidatura unitaria di Nicola Zingaretti a sindaco. Una mossa spericolata e, alla fine, fallimentare. Visto che alla fine l’ex premier non è riuscito nemmeno a piegare i consiglieri regionali grillini. E così è saltato tutto. E’ stato in quel momento che Massimo Bugani, grande sostenitore di Conte ma anche capo staff della sindaca, si è fatto mediatore. “Sentitevi”. Una telefonata chiarificatrice e alla fine, poco entusiasta, anche l’ex premier ha deciso: l’alleanza con il Pd non è in discussione, ma a Roma sosteniamo Virginia. E adesso? Se il Movimento implode che farà la sindaca, ma sopratutto che faranno Conte e Grillo? Entrambi continueranno a sostenerla? Le domande hanno risposte probabili e pericolose, ma per vincere servono certezze. La speranza in Campidoglio è che le cose si risolvano. E anche in fretta.