Roma Capoccia
Calenda sfida tutti
Il capo di Azione ai candidati: “Dibattito!”. Pronto un party fundraising: 150 euro a testa
Rinvigorito dai sondaggi, eccitato dalle piazze abbastanza piene, Carlo Calenda comincia a farci la bocca: al ballottaggio ci può arrivare. “Chi sosterrò al secondo turno? Me stesso perché ci andiamo noi”, ripeteva il leader di Azione nelle settimane e nei mesi passati. Sembrava un velleitario motto di forza o training autogeno, più che speranza reale. E invece, con l’andare avanti delle settimane, l’ipotesi di vedere Calenda al secondo turno è diventata decisamente meno lunare. Gli ultimi sondaggi lo danno ancora quarto, ma a soli 4 punti percentuali (al 19 per cento) sia da Virginia Raggi, alle prese con le liti stellari tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, sia da Roberto Gualtieri, che ha cominciato a girare senza sosta la città, ma che stenta ancora a decollare nelle previsioni dei sondaggisti.
Su Twitter il leader di Azione posta le foto delle piazze del suo orgoglio. Testaccio, il parchetto della metro B Annibaliano. Le frotte della gente danno coraggio e speranza. E così negli scorsi giorni su Twitter il leader di Azione ha inviato i suoi avversari a un confronto pubblico: “Allora, adesso che siamo tutti in campo, sarebbe utile fare un confronto per dare ai cittadini romani la possibilità di scegliere con maggiore consapevolezza. Chi ci sta?”, ha concluso taggando Michetti, Raggi e Gualtieri. Per adesso, fanno sapere dal suo staff, nessuna risposta. I candidati continuano gli incontri con associazioni e comitati ognuno per i fatti propri, ma Calenda non si arrende: “E’ un obbligo che abbiamo verso i cittadini”.
A testimonianza delle speranze che si gonfiano di giorno in giorno, in casa Calenda hanno organizzato un nuovo cocktail di fundraising. Quota di partecipazione 150 per euro per l’evento che si svolgerà il 13 luglio al Casino Pallavicini-Rospigliosi, a due passi dal Quirinale.
Dalle donazioni private Azione ha già dimostrato di riuscire a raccogliere molto. Alcuni mesi fa fece rumore la lista (pubblica) dei finanziatori del piccolo partito che aveva donato oltre un milione di euro (dentro c’erano grandi nomi dell’industria e della finanza, da Alberto Bombassei di Brembo, a Luciani Cimmino di Yamamay e Davide Serra, proprietario del fondo Algebris). Serve benzina per far andare la macchina calendiana del grande sogno. E se alla fine scatterà il confronto con gli altri candidati tanto meglio: questi appuntamenti servono soprattutto a chi deve rincorrere.