Roma Capoccia
Iaia Forte: “In questi anni Raggi dov'è stata?”
"Roma ha bisogno di cambiamento, di rinnovarsi e di ritrovarsi. Mi auguro che la sindaca se ne vada. E che arrivi qualcuno che abbia a cuore questa città, Gualtieri ad esempio", ci dice l'attrice
“Questa città? Godo della sua luce, di quel suo giallo costante che mi accarezza e di quell’atmosfera confortante per chi fa il lavoro come il mio, capace di generare uno spazio che non ti obbliga alla produttività. In questo, è una città che accoglie la pigrizia e l’ozio in maniera assoluta, una di quelle in cui puoi non fare nulla e non sentire il senso di colpa di non fare nulla”. Incontriamo Iaia Forte su un treno diretto a Venezia, proprio lì, dove, la settimana scorsa, era sul red carpet della Mostra del Cinema con “Qui rido io”, il film di Mario Martone che è già uscito in sala per Indigo Film posizionandosi ai vertici della classifica dei più visti.
Lei scende prima per partecipare alla 22esima edizione di Pordenone legge, in programma fino a domenica con oltre 250 eventi, quasi tutti dal vivo, un gran segnale di ripartenza che “dal mare e dal tempo”, con Omero, Virgilio e Circe, guarda al futuro.
“Sono arrivata a Roma nel 1988 per il il Centro Sperimentale – ricorda al Foglio l’attrice napoletana – tentai l’esame e lo passai. Inizia così a viverla e a scoprirla. Era diversa, era una città con un fermento più vitale. Da piccola volevo fare l’archeologa: ho un rapporto fisico fortissimo con il luogo e oggi ho la fortuna di abitare sui Fori Imperiali e di avere una relazione quotidiana con questa meraviglia di stratificazioni, tra storia e bellezza dove tutto convive con un assoluto disordine e armonia contemporaneamente. Ma non basta: Roma ha bisogno di cambiamento, di rinnovarsi e di ritrovarsi. Mi auguro che la Raggi se ne vada. E che arrivi qualcuno che abbia a cuore questa città, Gualtieri ad esempio. Ho vissuto gli anni di Rutelli e di Veltroni, quando Roma viveva in un’altra dimensione proprio grazie a loro, persone capaci e preparate che avevano capito l’importanza di innervare la città con progetti culturali. Potevi poi andare a teatro, al Premio Strega o a fare una passeggiata e loro c’erano: in questi ultimi anni, la sindaca, dove è stata?”.