Il confronto "alla romana" tra Michetti e Gualtieri a Porta a Porta

Tra gabbiani e cinghiali, il candidato di centrodestra gioca la carta Bertolaso e quello di sinistra l'antifascismo. Nessuno scontro incredibile, ma punzecchiamenti continui

Gianluca De Rosa

Confronto all’americana solo per i tempi contingentati per la risposta alle domande. Per il resto quello andato in onda ieri a "Porta a Porta" (qui la puntata integrale) tra i candidati sindaco Enrico Michetti e Roberto Gualtieri è stato un confronto alla romana. Un continuo oscillare tra il serio e il grottesco, tra le periferie degradate e i cinghiali che pascolano. S’inizia come al gioco del Lotto. Paolo Baroni, maggiordomo del programma estrae da un’urna rotante uno dei due bussolotti rossi che girano. Bisogna scegliere da chi cominciare. La sorte decide per Michetti. Il candidato del centrodestra finalmente partecipa a un confronto. E stavolta va all’attacco. Ogni quesito un problema, ogni problema un servizio introduttivo. Anche qui quasi sempre con toni scanzonati (di buche per esempio ne parla il comico Maurizio Battista). Così ha deciso Bruno Vespa, ospite scelto dai candidati per questo primo confronto (oggi si replica su SkyTg24).

    
Si comincia dai rifiuti, un minuto e mezzo a testa per ciascuna domanda, più 30 secondi per eventuali repliche e controrepliche. “Serve fare gli impianti”, parte Michetti. “Faremo una pulizia immediata della città e riorganizzeremo Ama con cassonetti intelligenti e impianti moderni, abbassando la Tari del 20 per cento in 5 anni”, dice invece Gualtieri. Per i primi cento giorni ognuno promette il suo. Il candidato del centrosinistra garantisce: “Faremo 23 delibere per la mobilità, prolungando la metro C e attivando la D”. Per Michetti invece la chiave sono gli stadi. “In 100 giorni porterò in Assemblea capitolina le delibere di pubblico interesse sia per quello della Lazio che per quello della Roma”.

  

Su Expo il candidato del centrodestra cerca di ingraziarsi gli elettori grillini. “E’ una grande occasione, dobbiamo andare in continuità. Su questo devo riconoscere che Raggi ha fatto un grande lavoro”.

   

Ma c’è una cosa che l’avvocato con la passione del padel ripete allo sfinimento. Qualcuno deve averglielo detto: Enrico non ti dimenticare la carta Bertolaso, in tv è fondamentale. E lui lo ripete almeno tre volte. “Sono davvero soddisfatto che Bertolaso farà parte della nostra squadra”, “Con il Pnrr c’è bisogno di progetti fatti bene e Bertolaso è la persona giusta per questo”.

   

I battibecchi arrivano sui rifiuti (tema che ritorna nel dibattito grazie alla domanda su cinghiali, gabbiani e altra fauna urbana), ma soprattutto sul Pnrr. “Gualtieri mise zero per Roma e nel Pnrr è citata solo tre volte”, dice Michetti. “Ne donerò una copia sottolineata a Michetti. Roma è l’unica città che ha fondi dedicati e partecipa alle altre risorse”, replica Gualtieri.

     
Poi l’ex ministro dell’Economia decide che per il suo avversario serve anche un libro di diritto. “Sui rifiuti – lo attacca Michetti chiedendo la replica – la regione Lazio ha una responsabilità enorme. Non ha commissariato il comune e non ha creato alternative dopo la chiusura di Malagrotta: Zingaretti e i suoi hanno creato questo disastro ambientale”. “Michetti dovrebbe sapere che la responsabilità di fare gli impianti è del Comune, evidentemente dovrò regalargli anche un libro di diritto, strano perché pensavo fosse professore… la nostalgia di Malagrotta la lascio a lui, che infatti si appella a Bertolaso che la vuole riaprire”.

    
L’ultimo botta e risposta arriva su sicurezza urbana e ordine pubblico. “ Parigi ha avuto 44 miliardi, Roma non ha avuto niente dal governo”, accusa Michetti. E Gualtieri replica: “Sarebbe bene  evitare parole scomposte come quelle usate oggi nei confronti della ministra Lamorgese da Meloni, che ha sostenuto che gli scontri di sabato siano stati sostanzialmente un complotto”.  “Ma cosa c’entra?”, sbotta Michetti. Poi l’ex ministro la butta sul fascismo: “Sarebbe bene se l’afflato per la sicurezza di cui parla Michetti ci fosse stato nella composizione delle sue liste, dove figurano elementi vicini a CasaPound”.

   

Tutto termina con 16 minuti a testa di dichiarazione. Nessuno scontro incredibile, ma punzecchiamenti continui. Chi ha vinto? Gualtieri è più professorale, qualcuno lo potrebbe trovare più competente, ma si vede che si sente in vantaggio, è accomodato. Michetti è più aggressivo, e alla fine, forse, ne esce meglio.