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Fan esigenti

Gualtieri sotto pressione dei cittadini (magari suoi sostenitori) sul tema “grande pulizia”

Marianna Rizzini

Il nuovo sindaco per Natale ha promesso di far trovare sotto l’albero una Roma pulita. Ma sui social spuntano fotografie di cumuli di monnezza. I romani avranno la pazienza di lasciarlo lavorare?

Sono i primi giorni di sindacatura di Roberto Gualtieri e il neosindaco è tornato dalla riunione dell’Assemblea Anci con l’annuncio di una cabina di regia flessibile con governo e regioni per le questioni legate al Pnrr, e con un progetto di collaborazione con il sindaco di Milano Beppe Sala sul trasporto pubblico (“è giusto che le grandi città metropolitane si muovano, anche in modo informale, per chiedere cose specifiche e realizzarle”, ha detto Gualtieri). E dovrebbero essere i più belli, i primi giorni di sindacatura, solo che nel caso di Gualtieri i giorni sentono il peso di quelle che il sindaco stesso ha chiamato “forti aspettative”. Dei cittadini. Cittadini – anche e forse soprattutto suoi sostenitori (con particolare accanimento da parte di giornalisti e professionisti) – che quasi quasi non lo fanno respirare, il Gualtieri che per Natale ha promesso di far trovare sotto l’albero una Roma pulita: ecco che postano, su Facebook, Twitter e Instagram, fotografie dei cumuli di monnezza che il sindaco ha messo al primo punto della sua agenda, con didascalie che indirettamente mettono pressione: ecco Roma; ancora Roma; Roma oggi.

    

Non sono passati neanche dieci giorni da quando Gualtieri ha fatto, proprio sulla monnezza, la più appassionata delle dichiarazioni d’intenti: “Rimuoveremo i cumuli di rifiuti, spazzeremo e puliremo le strade, falceremo l’erba e puliremo le caditoie…”. Ma il punto è che il tema monnezza è talmente sensibile che se prometti di risolverlo hai dieci, cento, mille occhi addosso fin dal primo minuto. E ci sono quelli che ti segnalano i cocci di bottiglia sulla panchina in Prati e quelli il roditore che spunta dal sacco sotto casa a Trastevere; quelli che dal Pigneto lamentano lo svuotamento cassonetti con rimasuglio di immondizia intorno e quelli che a Campo de’ Fiori si ritrovano la verdura del mercato scivolosa tra i piedi, nelle sere di pioggia.

  

È un’incessante catena di immagini sempre uguali: la cassa di cartone mezza rotta per terra, con i mucchi di plastica da cui fuoriescono avanzi di cibo, cartacce e lattine. E insomma, il sindaco l’ha chiamato “il primo passo per il rilancio di Roma”, con piano da quaranta milioni e quattromila passaggi di pulizia straordinaria da parte di Ama, l’Ama che però – altro riflesso condizionato – appena viene nominata provoca altri cumuli non di rifiuti, bensì di commenti esacerbati sui social. Avranno i romani la pazienza – per così dire – di lasciarlo lavorare?

 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.