Pd e M5s litigano a Ostia
La nuova giunta guidata da Mario Falconi blocca le gare per assegnare 37 lidi. E i grillini insorgono
"Il Partito Democratico ad Ostia è ancora infetto. Il loro primo atto è un regalo alla lobby delle spiagge”. Ad attaccare è Paolo Ferrara, consigliere capitolino del M5s. Al centro della polemica uno dei primissimi atti della neo giunta municipale dem guidata da Mario Falconi. Una direttiva con la quale vengono sospesi i bandi di gara per la riassegnazione di 37 stabilimenti balneari voluti dalla precedente amministrazione grillina. Quello che colpisce è il motivo della sospensione: la sentenza del Consiglio di stato che di fatto ha bocciato le proroghe automatiche delle concessioni, confermando che l’affidamento deve avvenire solo con gare a evidenza pubblica. Per la nuova giunta municipale però le cose stanno diversamente. Bisogna aspettare. Secondo Falconi e i suoi le gare esporrebbero il Municipio e Roma Capitale a richieste di risarcimento perché la sentenza andrebbe “interpretata come proroga generalizzata delle concessioni fino alla data, improcrastinabile del 31/12/2023”. E per questo serve un parere dell’Avvocatura capitolina.
“È una presa in giro – tuona Ferrara – il parere lo avevamo già chiesto noi e diceva di fare i bandi, la verità è che il loro primo atto è una marchetta ammazza legalità, stiamo già preparando gli esposti a Procura e Corte dei Conti e un’informativa alla commissione parlamentare Antimafia”. E il grillino sulle concessioni ad Ostia ne ha anche per le sue compagne di partito Roberta Lombardi e Valentina Corrado che siedono nella giunta di Nicola Zingaretti. “Hanno votato una legge – dice – che reinserisce nel computo della percentuale di spiagge libere le aree di Castel Porziano e Capocotta che fanno parte dei beni della Presidenza della Repubblica e noi avevamo fatto togliere dal calcolo”. Ma se i grillini protestano, lo stesso non fanno Raffaele Biondo e Margherita Welyam, i due giovani consiglieri municipali del Pd che proprio il giorno successivo all’insediamento della nuova giunta si erano incatenati contro la nomina nella nuova squadra di due assessori che avevano fatto parte dell’amministrazione del dem Andrea Tassone, sciolta per corruzione nel 2015 anche per vicende legate alla concessioni balneari. Spiega Biondo: “Siamo favorevoli all’atto di Falconi perché quei bandi erano fatti male: prevedevano la concessione per un anno, impedendo a chi vince di fare investimenti. Non a caso su 37 lotti le offerte erano arrivate solo per 23 lidi”.