Roma capoccia
Ecco chi è Sabrina Alfonsi, la signora della monnezza capitolina
Appena entrata in carica l’assessore sembra già in preda alla sindrome Raggi. Foto e post su Facebook
“È una capatosta. Se si pone un obbiettivo, poi lo raggiunge”. Speriamo sia vero. Chissà. Perché Sabrina Alfonsi, neo assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti della giunta di Roberto Gualtieri, è la prima nell’occhio del ciclone. Il sindaco infatti, appena entrato in carica, si è sbilanciato in una promessa: a Natale Roma sarà pulita. Bum! Niente più montagne d’immondizia per terra e cassonetti strabordanti. Toccherà a lei trasformare la città in una simil-Ginevra senza aver ancora risolto a monte il problema: ovvero dove e come trattare le tonnellate di rifiuti che la capitale al momento è costretta a esportare in territorio nazionale ed estero. Problema che non sembra, come si legge nell’articolo sopra, interessi particolarmente alla assessore e alla giunta. A Natale, intanto, mancano tre settimane e i romani giudicheranno coi loro occhi il lavoro messo in campo, anche se l’aumento di 360 euro in busta paga ai netturbini per non assentarsi ha già fatto ridere tutta l’Italia.
Ora, tra un paio di scioperi e alcuni mezzi andati a fuoco, Alfonsi ci si è messa di buzzo buono, contando magari su una mano dalla giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti, che è un po’ il suo mentore in politica. “È una zingarettiana di ferro. Sta nella parte più a sinistra del Pd, a volte è molto ideologica. Però è una gran lavoratrice, una sgobbona…”, raccontano di lei gli avversari. Che le riconoscono lealtà, ma anche autoritarismo: “O si fa come dice lei o niente”, raccontano. Le ossa in politica se l’è fatte guidando per 8 anni il I municipio, quello del centro storico, che in parte è coperto dalla Ztl, che in politica equivale a “upper class” con la testa a sinistra e il portafogli a destra. Il quadrante dove il Pd, forse, non ha mai perso un’elezione.
Lei, trasteverina, il centro lo conosce palmo a palmo. Si è schierata contro le concessioni di suolo pubblico ai commercianti per l’emergenza Covid, da lei definite “quelle orride pedane”, e s’è opposta allo sgombero (voluto dalle due precedenti giunte, Marino e Raggi) di artisti e artigiani che occupano alcuni caseggiati abusivi nei dintorni del cimitero acattolico. Maturità al Mamiani, laurea in antropologia culturale alla Sapienza, ha l’aria della zia chic e un po’ stralunata che a Natale ti vuol far mangiare vegano mentre tutti vogliono l’arrosto. Ma poi forse non è nemmeno così, visto che è stata lei, da mini-sindaca, a dare il suo benestare alla statua della porchetta, un orrendo maialone bianco realizzato dalle scuole d’arte romane e piazzato in uno dei punti più suggestivi di Trastevere in omaggio alla tradizione culinaria laziale, poi rimosso dopo le proteste di animalisti e comuni cittadini.
Alle comunali ha ottenuto 7031 preferenze, terza più votata dopo Gualtieri e Rachele Mussolini. Anche per questo, forse, è stata premiata con un assessorato di peso. “Pulizia anche dopo Natale, ma il 60 per cento dei mezzi è fuori uso”, ha detto nella sua prima intervista. L’importante è che non si faccia prendere dalla “sindrome Raggi”, come invece sembra spulciando il suo Facebook: un’area giochi sistemata di qui, una piccola discarica abusiva eliminata di là, la Madonnetta di Trastevere restaurata, strette di mano e fotografi. Ma siamo certi che non sarà così.