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Roma capoccia

Fare di Roma la prima città con il centro interamente pedonale. Idee per Gualtieri

Chicco Testa

Pazza proposta per la giunta (non particolarmente vispa) del nuovo sindaco. Tavolini, bar e niente macchine 

Sabato di novembre a Roma. C’è bel tempo e mi metto in giro a piedi senza meta se non quella di un caffè in qualche bar all’aperto. Lo faccio spesso e anche su itinerari già percorsi trovi sempre qualche cosa da ammirare per la prima volta. Un palazzo, un cortile, una lapide, una vecchia bottega. Le strade del centro barocco sono piene di sorprese. Verso le 11 per strada una marea di gente di ogni nazionalità. Siamo a novembre ma evidentemente ci sono tutti quelli che non venuti prima per via della pandemia. Nell’ansa barocca del Tevere la densità raggiunge il massimo e rende quasi impossibile la convivenza fra i pedoni e le (poche) auto che si aggirano fra le strade del centro. Trovo il posto giusto, una piazza e una trattoria, per un po’ di cibo. Inizia a piovicchiare e cambio destinazione.

 

Scelgo due musei vicini. Palazzo Massimo e le Terme di Diocleziano, Splendidi, ben tenuti, grandi. Ci passo tre ore e incontro, credo, non più di 100 visitatori. Allora do un‘occhiata al numero di visitatori dei musei romani. Ci sono le star come i Musei Vaticani e la Galleria Borghese, ma i più visitati sono i musei all’aperto. Colosseo e Fori Imperiali prima di tutto, ma anche Pantheon , Altare della Patria, Terme di Caracalla, Via Appia, Castel Sant’Angelo. E non considero Fontana di Trevi che museo non è, ma che probabilmente insieme alle piazze di Roma, Navona, Popolo, Campo dei Fiori, Campidoglio, Vaticano  ecc. batte tutti. Piccola morale un po’ banale lo so: Roma all’aperto è uno spettacolo unico che mette quasi in secondo piano la pur importante offerta museale romana.  

 

Prima di tutto per l’eccezionale bellezza, poi per il bel tempo che l’assiste assai spesso e infine, e qui sta il punto, perché questa parte di Roma è quasi tutta raggiungibile a piedi. Anzi camminare a Roma è un piacere in sé. Un mezzo per raggiungere un luogo, ma anche un fine a se stante. E allora perché non considerarlo veramente tale e fare tutto il possibile per rendere questa attività, per altro salutare, anche piacevole fino in fondo fino a farla diventare un tratto esplicito e distintivo, un primato di questa città? Venite a Roma e visitatela a piedi. Potete camminare quanto volete. Vogliamo diventare la prima città al mondo per i pedoni.  

 

Bisogna dire per verità che probabilmente lo siamo già. Intanto piano piano le aree pedonali si sono moto estese. Solo per citare i luoghi principali : a) la zona Campo dei Fiori / Piazza Farnese/ via dei Giubbonari  b ) l’area Montecitorio , Senato, Pantheon , Piazza in Lucina, Navona  c) Piazza del Popolo / Via del Corso d)  Ghetto / Campidoglio d) Fontana di Trevi e percorso pedonale verso Piazza di Pietra e Pantheon e) parte di Trastevere f) Piazza di Spagna e le circostanti vie della moda g) Via dei Fori Imperiali. Ma si può fare di più e porsi l’obiettivo di una quasi totale pedonalizzazione del centro storico o almeno di una parte di esso. Grosso modo da Nord a Sud da Piazza del Popolo al Colosseo e da Est a Ovest dal Quirinale / Trinità dei Monti fino al Tevere. Procedendo per passi ma costanti. 
Si potrebbe cominciare dall’estendere le aree pedonali  già esistenti. Per esempio annettere Piazza della Cancelleria , Piazza del  Teatro di Pompeo  e via Giulia all’area pedinale Campo dei Fiori / Piazza Farnese. Allargare verso il Quirinale e il Corso l’area di  Fontana di Trevi. Pedonalizzare tutta l’area fra il Campidoglio e il Ghetto. Chiudere le stradine di Trastevere. E via allargando. Bisogna anche aggiungere a questa storia due protagonisti, uno silenzioso e uno un po’ più rumoroso. Il primo sono le barriere architettoniche, vale a dire quell’insieme di paletti, colonnine, transenne che qualche funzionario intelligente ha cominciato ad usare per proteggere aree prima invase dalle auto e dalla sosta abusiva ricavando spazio pedonali importanti. Per esempio di fronte alle tante chiese e basiliche. Ma anche , visto che la città barocca non dispone di marciapiedi, ricavandone di  virtuali restringendo le sedi stradali, grazie a vari tipi di barriere, a favore dei pedoni. Per evitare quelle situazioni, le più spiacevoli, in  cui fra auto in sosta su una lato della strada e scorrimento automobilistico al centro al povero pedone non rimane che strisciare di sbieco facendo attenzione che una ruota non gli salga su un piede. A destra o a sinistra si ricava uno spazio per i pedoni e il restringimento impedisce la sosta abusiva.  

 

Questo andrebbe fatto su tutte le strade del centro storico, soprattutto nell’affollatissima ansa baracca, Via del Governo Vecchio, via di Monserrato, Via del Pellegrino  e dintorni, dove la convivenza fra pedoni e auto è un vero tormento. E dove non arrivano i pochi vigili ci pensano le barriere. Il protagonista rumoroso sono invece i tavolini di bar e ristoranti. Capisco ,ma non condivido, gli argomenti dei detrattori. Sedere in una bar o in un ristorante all’aperto è uno dei principali piacere romani. I turisti ne vanno pazzi. Certo molti strabordano, violano i limiti. Lungo il percorso Fontana  di Trevi – Pantheon talvolta impediscono persino il transito dei  pedoni.  Ma se ben regolati, e tassati,  perché il suolo pubblici va pagato,  costituiscono uno spazio pubblico/ privato in più, un divieto per le  automobili. Anche per loro si potrebbe mettere a punto una barriera architettonica leggera , ma studiata per bene , che eviti vasi di fiori , transenne improvvisate e cianfrusaglia varia. E delimiti con chiarezza lo spazio consentito evitando spostamenti continui ad invadere la sede stradale . 

 

E le auto? Percorsi limitato e ben definiti e stop. Per i residenti bisogna aumentare il numero dei parcheggi sotterranei e la Sovrintendenza deve chiudere un occhio perché anche il soprassuolo merita la stessa tutele del sottosuolo. Perché per esempio non riprendere il progetto del parcheggio interrato nella collina del Pincio, già approvato da Veltroni e poi soppresso da Alemanno, consentendo così la completa pedonalizzazione del Tridente? Un’ultima annotazione. Le aree pedonali non devono diventare deserti. Vanno fatte vivere. La pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali ha creato un buco notturno nel centro della città , persino pauroso e respingente di notte. Quell’area, la più bella zona archeologica del mondo, andrebbe illuminata a giorno per diventare una passeggiata notturna di eccezionale attrazione.