Il segretario Pd Letta con il sindaco Gualtieri all'inaugurazione del comitato elettorale di Cecilia D'Elia alle suppletive di Roma centro, 19 dicembre 2021 (via Fb) 

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Il grande silenzio per le suppletive a Roma 1, ex campo di "lotta epocale"

Voto fantasma il 16 gennaio. Quella che doveva essere una campagna in grande per la sostituzione in Parlamento del neosindaco Gualtieri è sommersa dalle notizie pandemiche e da quelle pre-quirinalizie

Il 16 gennaio ci sono le elezioni suppletive a Roma 1, ma non si vedono e non si sentono. La candidata Pd Cecilia D’Elia, zingarettiana di ferro e portavoce delle donne democratiche, gira per i quartieri e fa banchetti, si ripromette di “ascoltare le persone”, parla a incontri on line con l’ex ministro per la Coesione Territoriale ed ex speranza di rinnovamento per i dem Fabrizio Barca, ma quella che doveva essere una campagna in grande per la sostituzione in Parlamento del neosindaco Roberto Gualtieri è a dir poco sommersa e schiacciata dalle notizie pandemiche e da quelle pre-quirinalizie.

 

Difficile dire quanti andranno ai seggi, visto che, a parte i militanti pd e qualche cittadino molto informato, il periodo pre-elettorale, a due settimane dal voto, rischia di passare per così dire inosservato, visto anche il prevalente silenzio di chi dovrebbe e potrebbe dare supporto alla candidata. E insomma le suppletive d’inverno, un po’ carsiche un po’ svogliate – da prova di forza che sembravano dover essere – rischiano di trasformarsi in formalità burocratica, e questo a prescindere dall’impegno profuso in questi giorni dalla candidata, pronta per un weekend di appuntamenti nelle piazze e nei mercati del centro.

 

E pensare che poco meno di un mese fa su Roma 1 si consumava apparentemente (solo apparentemente) una sorta di battaglia epocale tra populismo e antipopulismo: sul campo parevano doversi battere Giuseppe Conte e Carlo Calenda, con Matteo Renzi che voleva candidare il ministro Elena Bonetti. E si profilava una specie di scontro finale tra un ex premier, un ex ministro e appunto un ministro: il tutto come canovaccio di prossime future lotte (prima il Quirinale, poi le Politiche). Invece si è arrivati alla Befana e ci si trova con una poltrona contesa da D’Elia, da Valerio Casini e da Simonetta Matone, reduce dalla corsa a vicesindaco a fianco dello sconfitto e desaparecido Enrico Michetti.

 

Grande assente, il Movimento 5 Stelle, in altre faccende affaccendato, visto il non-accordo interno sul Colle. Intanto la candidata D’Elia, poco prima di Natale, ha fatto la sua dichiarazione d’intenti, in linea con la segreteria Letta: “Il campo largo esiste già. L’alleanza comunque si costruisce partendo dalle persone e dai contenuti, più che dalle geometrie politiche. Noi abbiamo messo in campo il percorso delle agorà, per dire, che apre a realtà civiche, associazioni, cittadini che trovano bloccate le porte dei partiti. Il campo largo si costruisce a partire dal progetto che si ha di questo paese”.

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