Roma Capoccia
"La Regione Lazio ceda a Roma i poteri sull'Urbanistica". L'appello del presidente di Acer
Nicolò Rebecchini si rivolge al sindaco Gualtieri e al governatore Zingaretti che in campagna elettorale avevano promesso la devoluzione di competenze su diverse materie. Fino adesso però non è stato fatto nulla
L’argomento è di quelli sempre verdi: lo status speciale, con poteri annessi, per Roma Capitale. E la conseguenza è scontata. “Siamo preoccupati”. Nicolò Rebecchini, presidente dei costruttori romani, manifesta disappunto. Senza giri di parole. In Acer si erano sfregati le mani quando nel corso della campagna elettorale e subito dopo, con Roberto Gualtieri ormai seduto nel suo nuovo ufficio, il sindaco e il governatore Nicola Zingaretti avevano promesso in coro: “La Regione Lazio non aspetterà una nuova legge costituzionale e devolverà subito al comune i poteri su Urbanistica, Turismo e Commercio”. Questa possibilità esiste dal 2010 – con la legge che ha trasformato il comune in Roma Capitale – ma da allora il nuovo status è rimasto una questione linguistica. In concreto sono pochissime le procedure che sono state cedute al Campidoglio. “Alle dichiarazioni di Gualtieri e Zingaretti però – dice oggi Rebecchini – non è seguito niente, eppure il governatore aveva detto che entro gennaio si sarebbe partiti. Ci sono alcuni dipendenti regionali che stanno studiando i dossier, ma i tempi stringono e non c’è ancora mezza proposta politica. Ci chiediamo: si sta lavorando? In che termini? Su quali argomenti?”. Che la risposta possa arrivare dal Parlamento, dove pure sono depositate quattro proposte di legge di revisione costituzionale (Roma Regione, Roma con alcuni poteri delle Regioni…), è un’opzione esclusa dai costruttori che la considerano una circostanza eventuale e se non poco probabile in assoluto, di certo difficilmente raggiungibile. Dice Rebecchini: “Mettere mano a una legge organica di rango costituzionale richiede tempi biblici e quindi giustamente sindaco e governatore avevano cominciato sin da subito a parlare di devoluzione di poteri, purtroppo però ancora non è accaduto nulla”. A preoccupare sono proprio le tempistiche. “A Roma serve un aggiornamento del Piano regolatore, in particolare sulle norme tecniche, cedere le competenze in materia di Urbanistica dimezzerebbe i tempi per farlo evitando inutili duplicazioni delle procedure. Ma in Regione Lazio ci sono le elezioni tra un anno, se non si fa in fretta rischia di saltare tutto. E’ necessario quindi che almeno su questa materia la Regione si esprima devolvendo in modo significativo i propri poteri al Comune. Se questo non accade è inutile parlare di grandi programmi di rigenerazione. E’ vero che il Pnrr prevede procedure speciali, ma riguardano gli appalti pubblici. Per permettere anche ai privati di dare il loro contributo per il Giubileo del 2025 e l’eventuale Expo del 2030, servono al più presto queste modifiche”.
Ecco, appunto, ma quali sono questi ritocchi e perché sono così necessari? “Il nostro Prg è rigido e non si adatta ai cambiamenti veloci della degli interessi della città. Un esempio: il piano non prevede nulla sulla logistica (lo fa solo residualmente sul sistema industriale) mentre oggi è uno degli argomenti più importanti anche per mitigare gli effetti negativi sulla mobilità urbana. Inoltre, servono regole più semplici e chiare sulla rigenerazione urbana e sul housing sociale”.