roma capoccia
L'alleanza con le grandi città d'Italia per salvare Atac
L'obiettivo del 60 per cento di autobus elettrificati entro il 2030 è l'annuncio del sindaco Gualtieri, in conferenza con Giovannini (Mims) e i sindaci di Genova, Milano, Napoli, Torino. Ma con la spesa dei fondi cominciano i paradossi: il Campidoglio si ritroverà ad acquisire un patrimonio di depositi da Atac per far funzionare Atac stessa
L’obiettivo il sindaco Roberto Gualtieri lo ha indicato. “Vogliamo arrivare a 1000 bus elettrici entro il 2030”. Per la Capitale significherebbe avere oltre il 60 per cento della flotta a zero emissioni. Il percorso per centrare questo scopo è partito ieri. La Conferenza Unificata ha approvato il decreto che assegna alle città metropolitane 1,9 miliardi per l’acquisto delle vetture elettriche e la realizzazione delle infrastrutture necessarie per la ricarica e la manutenzione. Il provvedimento è stato presentato dal ministro della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini e dai sindaci di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino nel corso di una conferenza stampa in streaming. Alla Capitale andranno 292 milioni. “Con i quali – ha detto Gualtieri – potremmo acquistare 411 autobus elettrici più i depositi”. Proprio su quest’ultimo punto in Campidoglio si sta verificando una situazione comprensibile, ma paradossale.
Due giorni fa la giunta ha approvato una memoria per dare mandato ai dipartimenti Mobilità e Patrimonio di “predisporre una deliberazione da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea capitolina” per l’acquisizione di una lunga serie d’immobili e aree: saranno i futuri depositi della nuova flotta bus elettrica di Atac. Qui sta il paradosso. Sono quasi tutte ex rimesse (San Paolo e Vittoria) e sotto stazioni elettriche (San Giovanni, Nomentana, via del Policlinico) di Atac precipitate nel concordato preventivo dell’azienda per liquidare i debiti. In pratica il Campidoglio si ritroverà ad acquisire un patrimonio da Atac per far funzionare Atac stessa. Allo stesso tempo contribuirà alla riuscita del concordato dell’azienda pur essendone il principale creditore (con credito già dilazionato e pagato in obbligazioni).
Il nuovo stanziamento del Mims, comunque, sancirà anche l’inizio della collaborazione sull’elettrificazione delle flotte tra Roma, Milano e Napoli. La parte principale riguarderà le gare per l’acquisto dei nuovi bus. Le grandi città italiane faranno quello che Mario Draghi chiede che faccia l’Europa per l’acquisto del gas: si metteranno insieme per avere un maggiore peso contrattuale e dunque ottenere prezzi migliori dai fornitori. Non ci sarà ovviamente solo questo. “Sarà anche l’occasione per scambiarci competenze tecniche e buone pratiche”, ha ricordato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Come hanno riferito sia Sala sia Gualtieri tra Roma e Milano la collaborazione sarà particolarmente serrata: nel cda di Atac siede oggi il dg della milanese Atm, Arrigo Giana. E anche il nuovo dg di Atac, Alberto Zorzan, è anche lui un manager Atm. Due scelte non casuali.
Tutti escludono però che questa alleanza possa diventare qualcosa di più. Non c’è in vista nessuna grande azienda del tpl in grado di competere nelle gare per il servizio pubblico di tutta Europa.“Non c’è nessun ragionamento su un soggetto societario unico ”, ha detto Sala. “Ognuno manterrà la sua autonomia”, ha ribadito Manfredi.
Per Gualtieri comunque la conferenza stampa di ieri è stata anche l’occasione per presentare alcune rivendicazioni al ministro. La prima, la più urgente, riguarda la metro C. Oltre al decreto che stanzia i finanziamenti per i bus elettrici, la Conferenza Unicata ha approvato un altro provvedimento che stanzia 4,8 miliardi per le metro. A Roma sono indirizzati 1,7 miliardi. Ma se 610 milioni basteranno per completare il collegamento tra Fori imperiali e Piazza Venezia. I restanti 900 non sono sufficienti al completamento del lotto funzionale T2 (Venezia-Clodio) della linea verde. “Mancano ancora 1,2 miliardi”, ha spiegato Gualtieri. In pratica con quei fondi si potrà realizzare solo un pezzo della tratta. Tecnicamente – lo riportavano anche le slide del Mims – un “lotto costruttivo”. Cantierizzare un lotto costruttivo senza i fondi per il completamento del lotto funzionale oggi è vietato. “Su questo – ha ricordato sornione Gualtieri – le risposte normative devono arrivare dal Governo”. L’altro capitolo di richieste all’esecutivo riguarda le strade. “Per quelle metropolitane c’è il Pnrr, metre per le strade comunali servirebbe uno stanziamento nazionale”.