Impasse nomine
Ama non riesce a trovare il nuovo dg
L’azienda tornerà al cda a tre, ma la ricerca del nuovo direttore generale continua invano da dicembre. In pole c'è l'ex manager Acea Andrea Bossola, ma è indagato per disastro ambientale
La voce era circolata pericolosa. Angelo Piazza è pronto ad andarsene. L’ex ministro della Funzione pubblica del governo D’Alema è l’uomo che Roberto Gualtieri ha scelto come amministratore unico di Ama. A lui ha affidato il compito quanto mai titanico di far funzionare l’azienda della spazzatura capitolina. Il primo passo era quello di riorganizzare la struttura del personale. A partire dalla nomina di un nuovo direttore generale. Il nome per quella casella però ancora non è stato trovato. Anche per questo la notizia dell’addio di Piazza era giunta quanto mai allarmante. Altro che nuovo dg, lascia anche l’amministratore. Da via Calderon de la Barca, sede della municipalizzata, però smentiscono il rumor senza mezzi termini. Piazza rimarrà al suo posto. Anzi, due giorni fa la giunta capitolina ha approvato una delibera per varare anche per l’azienda, come già fatto per Atac, il ritorno del cda a tre. A presiederlo sarà lo stesso Piazza. La caccia agli altri due membri è già partita. Prima di loro però l’azienda dovrà trovare il nuovo dg. L’avviso pubblico per selezionarlo è stato pubblicato da Ama lo scorso 17 dicembre. È stato affidato ad una società di cacciatore di teste di vagliare le candidature pervenute entro un mese e tirarne fuori una rosa di 3-5 nomi da presentare all’au. Nella rosa finale sul tavolo della scrivania di Piazza sono rimasti tre nomi. Due risulterebbero inadeguati a coprire la delicata posizione, un curriculum invece avrebbe convinto i vertici Ama. Quello di Andrea Bossola, ex manager di Acea. Da più di un mese però la sua nomina è in standby. Si è parlato anche di un suo possibile incontro con il sindaco Roberto Gualtieri saltato perché il primo cittadino è ancora positivo al Covid. A rendere la nomina di Bossola complicata è una vicenda giudiziaria che grava sulla sua testa. L’ex manager Acea era a capo della direzione idrica dell’azienda nel maggio 2017, quando le captazioni della multiutility dal lago di Bracciano, utilizzato dagli acquedotti romani come fonte di riserva, causarono un allarmante abbassamento del livello del lago. Da quella vicenda è nato un procedimento penale in cui Bossola è indagato per disastro ambientale. La decisione sull’eventuale rinvio a giudizio era prevista per marzo, ma l’udienza è stata aggiornata a luglio. In Ama non vogliono trovarsi con un direttore generale imputato per un reato così grave, dall’altra parte non si può aspettare. L’impasse è complesso, la soluzione non è stata ancora trovata.