Roma Capoccia
Dalla questione energetica al post Covid e al Giubileo. Gualtieri al lavoro sui fondi
Dopo i sacrifici per la pandemia, occorre adesso fare altri passi “rispetto alle risorse comuni”, ha detto il sindaco a Bruxelles per la plenaria del Comitato delle regioni. Sul tavolo anche la crisi ucraina e la questione dei poteri necessari per gestire i finanziamenti
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri propone di “adottare” e ricostruire una scuola ucraina, e intanto torna nell’Europa dove ha lavorato per tanti anni, mettendo a fuoco la questione risorse. Ieri, infatti, in occasione della plenaria del Comitato delle Regioni a Bruxelles, Gualtieri si è fermato a parlare con i cronisti insistendo sul tema “conseguenze economiche della guerra” e su quello degli “investimenti importanti” per la transizione energetica digitale e per l’indipendenza energetica. Abbiamo fatto sacrifici per la pandemia, ha detto; ora bisogna fare altri passi “rispetto alle risorse comuni”, come quando si è decisa l’azione europea per sostenere i paesi più colpiti dal Covid, con emissione di titoli di debito comune e con il programma Next generation Eu.
E il tema risorse per affrontare la crisi ucraina si lega, per il sindaco di Roma, a quello dei fondi (e dei poteri) necessari per gestire non soltanto la ripresa post-Covid e il ritorno sperato degli imprenditori, ma anche gli anni che ci separano dal Giubileo del 2025 e il Giubileo stesso. Non solo: da qualche mese Gualtieri tiene alta la bandiera del “distribuire i fondi europei vuol dire anche tenere conto del numero di abitanti di ogni città”. All’inizio del febbraio scorso, infatti, Gualtieri, con altri sindaci, durante un’audizione in Commissione Affari Costituzionali, aveva fatto notare quello che a suo avviso era il possibile errore: “Se si andasse ad esaminare la attuale ripartizione di diversi investimenti del Pnrr, si vedrebbe che in troppi casi il criterio della popolazione viene del tutto o in larga misura non preso in considerazione”, con “esiti paradossali, non solo per Roma ma anche per le altre grandi città. L’assenza di un adeguato ordinamento si riflette anche sulla dotazione finanziaria della Capitale con limiti già evidenti. Anche se ci si limitasse solo al peso demografico ufficiale di 2,8 milioni di residenti, si noterà un deficit perequativo nel fondo di solidarietà comunale di circa 170 milioni. Se ci si rivolge alla spesa del personale si vede un dato pari a 393 euro per abitante, contro i 724 di Milano”.
“Sottofinanziamento”, lo aveva chiamato Gualtieri, che dichiarava di voler “integrare il futuro di Roma con gli assi strategici Pnrr, con lo sviluppo intelligente, la mobilità sostenibile, l’economia circolare, l’inclusione territoriale”. Oggi la sfida (termovalorizzatore compreso, la “sorpresa” delle ultime settimane) è su più fronti. Specie dal lato: chi gestirà i fondi governativi ed europei).