roma capoccia
All'assessorato allo Sport c'è maretta, Onorato è uno che si fa sentire
Piccoli litigi, voci che si alzano, conflittualità di idee e gestione sull’impiantistica sportiva dopo i pasticci di Raggi
Dire che c’è tensione è dire poco: all’Assessorato allo Sport della Giunta Gualtieri da giorni tira una brutta aria. Tanto che, pochi giorni fa, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è dovuto intervenire per sollecitare l’assessore Alessandro Onorato a una minore aggressività nei rapporti con i suoi funzionari dell’Assessorato. Andiamo per ordine. Che Onorato sia una specie di vulcano è cosa nota: l’elezione di Gualtieri è legata in maniera ferrea a quel 6 percento che la lista civica Gualtieri ha preso alle elezioni. Una lista creata, organizzata e gestita da Onorato che, a prescindere da altri meriti, si è guadagnato anche così i galloni di Assessore superando in corsa Svetlana Celli, altra enfant prodige della politica dem.
La prima tensione è proprio fra i due: la Celli è stata dirottata a presiedere il Consiglio comunale proprio perché Onorato è stato scelto come assessore allo Sport e che fra i due non corra politicamente buon sangue è elemento di chiacchiere nei corridoi di Palazzo Senatorio. Anche perché una grande fetta del bacino elettorale della Celli proviene proprio dal mondo dello sport, da quella galassia di società sportive, palestre, concessionari che col Campidoglio hanno svariati conti aperti dall’epoca Raggi. Qui si inserisce il secondo problema: durante il quinquennio dei grillini, fra incapacità gestionale, indicazioni confuse e contraddittorie, il Covid, l’erogazione di contributi a favore di chi ha organizzato eventi sportivi si è fermata.
Come sono stati sbagliati alcuni grandi interventi, come il Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano al Flaminio, il PalaTiziano, chiuso molto prima della pandemia per essere ristrutturato. Doveva restar fermo un paio d’anni. Era il 2019. Siamo a metà 2022 e non riaprirà quasi certamente neanche quest’anno. Sbagliato il progetto, insufficienti i fondi, a rilento i lavori: il modello Raggi ha colpito ancora. Onorato ha fatto del PalaTiziano un cardine della sua politica sull’impiantistica sportiva: già un paio di commissioni con sopralluoghi (assenti i grillini), interviste televisive, ricorsi alla Corte dei Conti in gestazione. L’obiettivo è riaprire anche se i lavori fossero ancora in corso. Lavori che devono essere aggiornati: l’appalto Raggi era sbagliato. Mancano almeno 3 milioni di fondi per rendere la struttura agibile per le società di volley e basket romane costrette dai 5 stelle alla diaspora. Contributi arretrati e PalaTiziano sono la scintilla che ha messo contro l’Assessore e i suoi funzionari dell’Assessorato.
Per i contributi, dopo i primi controlli, è emerso che su oltre 250 richieste ferme dal 2019 al 2021 (tutte era Raggi), solo una dozzina erano in regola con tutta la documentazione da presentare. Tutte le altre, mancano di pezze d’appoggio e in qualche caso sembrerebbe non essere neanche stata realizzata la manifestazione oggetto di richiesta di contributo comunale. Per cui, gli uffici, pagate quelle in regola, hanno fermato tutte le altre chiedendo immediatamente ogni carta alle società. Mentre Onorato – anche per non avere sul collo il fiato della Celli – vorrebbe che i termini e i tempi dei pagamenti fossero più veloci. Stessa cosa per il PalaTiziano: estendere semplicemente l’attuale appalto agli onerosi lavori mancanti, non si può fare. E i funzionari non vogliono rischiare. Per cui, da giorni, nei corridoi dell’Assessorato si sentono voci alterate e grandi litigate. Tanto che, appunto, su segnalazione del capo di Gabinetto di Gualtieri, Albino Ruberti, il Sindaco è dovuto intervenire per sollecitare il suo Assessore a un contegno meno “esuberante”.