Roma Capoccia
Nella Capitale si torna alla normalità: turisti e monnezza
Gualtieri aspetta le amministrative per dare notizie sull’inceneritore ai contrari "Cgil e grillini" . Mentre l'ex prima cittadina Virginia Raggi va in Puglia a cercare alternative all'impianto. Prima tappa di un lungo (e improbabile) tour
Fatal fu il ritorno del turista. E d’altronde quello dei viaggiatori che vengono nella Capitale per ammirarne le bellezze, fa parte da sempre – quasi a pari merito con l’arrivo delle festività – della tassonomia classica delle ragioni che, vuoi da un lato, vuoi da un altro, portano il sistema di raccolta della monnezza in città a collassare. E pensare cosa può succedere dopo tre anni di pandemia, con un blocco pressoché totale del turismo internazionale, rotto quasi di colpo. Ombrellini, guide, calzoncini, i turisti vagano per il centro. E la spazzatura tracima. E’ lo strabordare da shock. E’ inevitabile. E infatti dal Campidoglio la spiegano così: “A maggio tra turisti e romani che con il caldo passano più tempo fuori stiamo raccogliendo 2mila tonnellate in più di spazzatura a settimana, così i Tmb stanno vanno in affanno”. In pratica, gli impianti di pre-trattamento non riescono a trattare abbastanza in fretta la spazzatura, e così quella si accumula. Mentre gli sbocchi, garantiscono da palazzo Senatorio, non sono un problema. Alcuni giorni fa è stata persino dissequestrata la discarica di Albano, anche se, almeno per adesso, non riaprirà.
Per la vera svolta serve tempo. Almeno quattro anni, quelli che Gualtieri conta basteranno per il nuovo termovalorizzatore. L’annuncio del sindaco gli ha scatenato contro Cgil, Legambiente, sinistra interna e M5s. Lui li ha incontrati tutti informalmente, spiegando le sue ragioni. Per adesso nessuno ha cambiato idea. I 5 stelle ne hanno fatto una battaglia campale e nazionale. A luglio, quando il decreto Aiuti arriverà alle Camere per la conversione in legge, vogliono modificare la norma che, in occasione del Giubileo del 2025, dà poteri straordinari al sindaco sui rifiuti. Un cavillo per fermare l’inceneritore. I grillini, Cgil e Legambiente, sono convinti di riuscire a far cambiare idea al sindaco. Tutti gli chiedono un nuovo colloquio. Gualtieri prende tempo: il 12 ci sono le amministrative, il tema è bollente, meglio aspettare. Dal 13 però ci sarà un nuovo giro di incontri, questa volta istituzionalizzato e in cui saranno offerti dettagli maggiori. I primi a essere ricevuti saranno proprio i sindacati. “Per adesso sappiamo solo che vuole fare un termovalorizzatore”, spiega Natale Di Cola, segretario della Fp Cgil di Roma e Lazio. La Cgil ricorderà al sindaco che il piano rifiuti del Lazio infatti non prevede termovalorizzatori (la norma del dl Aiuti serve proprio a superare questo aspetto), ma al suo posto un grande impianto industriale di recupero di materia a Colleferro. Perché accantonare quell’idea? Ognuno cerca le sue alternative. Si è mossa anche l’ex sindaca Virginia Raggi. Insieme agli altri consiglieri 5 stelle in Campidoglio ha inaugurato un tour di impianti in giro per l’Italia. “Lavoriamo alla nostra proposta”, spiega il consigliere grillino Paolo Ferrara. Insomma, come Carlo Calenda andava al termovalorizzatore di Acerra per sostenere che anche Roma avesse bisogno di un inceneritore, così i grillini gireranno mezza Italia in cerca di soluzioni “più innovative”. “Ne nascerà una proposta complessiva che presenteremo al sindaco”. Alla fine della scorsa settimana comunque l’impresa è cominciata. Raggi e soci hanno iniziato dall’ossiocombustore di Gioia del Colle, in provincia di Bari, un inceneritore che fa combustione, ma senza fiamma, utilizzando l’ossigeno ad altissime temperature. “Una nuova tecnologia alternativa alle discariche, innovativa, ecologica e non inquinante: approfondiamo questi temi, non diamo nulla per scontato”, scriveva su Facebook l’ex sindaca dopo la visita.
La cosa fa abbastanza sorridere. Per diverse ragioni. L’impianto “sperimentale” in Puglia dal 2005 tratta solo 5 tonnellate di rifiuti al giorno, contro le ipotetiche oltre 2mila che dovrebbe trattare il futuro inceneritore. Non ha insomma le dimensioni industriali che servono per risolvere il problema spazzatura a Roma. Inoltre, è finito in un’indagine penale (finita in archiviazione) che ne ha portato a un lungo sequestro. Ma soprattutto i grillini pugliesi si sono spesso schierati contro questo impianto e si sono battuti per evitare che un ossiocombustore simile fosse costruito a Modugno.