(foto Ansa)

spina di borgo

Perché la porpora a Como e non a Milano? La spiegazione non c'è. Il Papa fa come vuole

Matteo Matzuzzi

Per il cardinalato Francesco preferisce il vescovo di como Oscar Cantoni al meneghino Mario Delpini. A contare è la preferenza per la persona

Un fedele ambrosiano, che non compulsa siti specializzati in polemiche papali o pettegolezzi vaticani, si chiedeva: “Ma se il Papa ha ritenuto degno del cardinalato il vescovo di Como, perché non l’ha mandato a Milano?”. La domanda è innocente ma del tutto comprensibile: solitamente per una diocesi impegnativa (non diciamo prestigiosa, che a Santa Marta potrebbero arrabbiarsi), e Milano è tra le più grandi del mondo quanto a parrocchie, si sceglie un vescovo che si ritiene adatto per una tale sede, competente e quindi – si presume – anche degno di ricevere la porpora cardinalizia.

 

Nel 2017 (quindi non dieci anni fa) Papa Francesco ha avuto l’occasione di nominare il nuovo arcivescovo metropolita di Milano. E ha scelto l’allora ausiliare Mario Delpini. Che però è rimasto senza porpora, mentre mons. Oscar Cantoni, titolare della più modesta Como (suffraganea di Milano), sarà insignito del cardinalato il prossimo agosto. La fatica a capire la logica del povero fedele ambrosiano è comprensibile. E non si può certo parlare di preferenza per le periferie, in questo caso, essendo Como né periferia geografica né esistenziale. Conta, più semplicemente, la preferenza per la persona.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.