L'intervista
“Se salta il termovalorizzatore i grillini dovranno spiegarlo ai romani”. Parla Mancini (Pd)
Il deputato dem si prepara alla sfida in commissione Bilancio alla Camera, dove il M5s ha presentato l'emendamento per bloccare l'inceneritore nella Capitale: "Non passerà, ma così si fa il male di Roma"
“No, i grillini con quell’emendamento non rischiano di far saltare solo il termovalorizzatore ma tutto il piano per i rifiuti del sindaco Roberto Gualtieri, compresi i due terzi dedicati alla differenziata, così fanno il male di Roma”. Claudio Mancini, collaboratore strettissimo del sindaco, deputato Pd e componente della commissione Bilancio dove per il partito seguirà la questione, è netto. Modificare l’articolo 13 del decreto Aiuti con il quale il governo ha dato a Roberto Gualtieri, nelle vesti di commissario al Giubileo del 2025, poteri straordinari sui rifiuti, metterebbe la capitale in serissima difficoltà. L’emendamento grillino prevede che il sindaco possa sì esercitare i poteri straordinari, ma solo nel rispetto del piano regionale rifiuti. E qui sta l’inghippo.
“Quella norma – dice Mancini – nasce da una esigenza che il governo ha raccolto: mettere in sicurezza la capitale prima di un evento planetario, quando l’aumento delle presenze di turisti e pellegrini potrebbe far collassare il sistema di raccolta. Un assaggio minimo di questo rischio si è visto con il ritorno dei turisti nelle scorse settimane. Per questo la norma ha nella deroga al piano regionale rifiuti la propria ragion d’essere. Senza, Roma rischia di non farcela”.
Eppure i grillini dicono che il ciclo si può chiudere anche senza il termovalorizzatore, altrimenti perché il piano regionale non li prevederebbe? “Quel piano è fondato sui dati forniti dalla Raggi”, risponde Mancini. “E prevedevano una raccolta differenziata al 70 per cento. Però in quegli anni la differenziata non è cresciuta di una virgola, siamo appena sopra il 40 per cento e senza alcun nuovo impianto. Inoltre i piani regionali dovranno essere aggiornati in base al piano nazionale d’indirizzo annunciato dal ministro Cingolani”. Secondo Mancini, in pratica, non c’è alternativa al termovalorizzatore. “L’unica è la discarica. Un invaso da 600 mila tonnellate l’anno, più di 1,5 milioni di tonnellate in tre anni, una buca gigantesca. E vi ricordo che Roma produce 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Anche al 65 per cento di differenziata ci saranno sempre 600 mila tonnellate che o vanno in discarica o al termovalorizzazione”. I grillini sono convinti che non sia così. “Perché negano la realtà, il dato di partenza: i cittadini romani hanno bocciato l’amministrazione precedente principalmente sulla gestione dei rifiuti. Le soluzioni alternative che propongono adesso potevano essere adottate nei 5 anni passati”.
Alcuni deputati del M5s dicono che la deroga della norma del decreto aiuti sia troppo amplia, persino a rischio di costituzionalità. “Il presidente Mattarella ha promulgato il decreto e quindi non solo la ritiene costituzionale, ma anche indifferibile e urgente. Il coraggio di Gualtieri e la determinazione di Draghi nell’affrontare il problema sono un’opportunità straordinaria. Adesso. Non bisogna perdere l’occasione. La norma reggerà sia al giudizio di costituzionalità, sia a eventuali ricorsi e anche soprattutto al voto in Parlamento”.
Mancini è convinto, e ha dalla sua i numeri, che l’emendamento grillino non passerà. Il primo voto in commissione Bilancio alla Camera ci sarà tra il 14 e il 20 di giugno. Dopo gli annunci di tanti esponenti del M5s che hanno fatto del termovalorizzatore una linea rossa invalicabile sarà un test sulla tenuta non solo della maggioranza, ma anche dell’alleanza rossogialla. “Il Pd non la considererà una rottura del quadro politico né nazionale, né in Regione Lazio. Ma se i 5 stelle ne faranno un casus belli sarà una scelta che l’opinione pubblica romana, compresa quella del M5s, considererebbe incomprensibile”.
Un dubbio sorge: per evitare l’impasse politica forse sarebbe stato meglio dare prima la norma e poi annunciare l’impianto ? “E’ una tesi curiosa”, dice Mancini. “Bisognava forse farlo di nascosto? Sarebbe stato di scarso rispetto da parte del sindaco, del governo e persino del presidente della Repubblica”.
Ieri intanto il Parlamento europeo ha bocciato la direttiva che avrebbe inserito gli inceneritori nel sistema europeo dei diritti a emettere (Ets). Salta così uno degli argomenti usati negli scorsi giorni dal leader m5s Giuseppe Conte contro il termovalorizzatore. “Lo ripeto”, conclude Mancini. “Possiamo risolvere il problema della spazzatura. Ma bisogna collaborare”.