Roma Capoccia
Tavolino selvaggio. Gualtieri all'opera contro l'abusivismo da suolo pubblico, tra vari paradossi
Da due giorni a Roma è in azione una task force della polizia locale (con conseguenti multe e 26 mila euro raccolti in appena tre ore), una sorta di “centrale operativa” sul controllo e sul decoro. Intanto il sindaco è finito nel mirino di 150 intellettuali, "per lo stato di degrado in cui versa il centro storico"
Lui, il sindaco Roberto Gualtieri, è uno. Loro, i tavolini fuori dai locali, sono migliaia. Pullulano ovunque, si espandono ovunque. Ed è una lunga storia, quella che ha portato Roma a vedere la moltiplicazione dei dehors e delle sedie: storia anche inizialmente obbligata che parte dai giorni di liberazione e liberalizzazione successivi al primo lockdown, continuata poi durante il secondo, giù giù fino a oggi, quando, di fatto, l’occupazione di suolo pubblico straordinaria è diventata ordinaria. Nonostante il sindaco abbia provato, prima con una delibera per raggiungere l’obiettivo di non concedere più gratis lo spazio guadagnato causa Covid, poi con i controlli, a gestire quantomeno il gestibile in un momento in cui la città è stracolma di turisti redivivi. Ma a fermare Gualtieri, in prima istanza, non sono stati i titolari delle licenze, ma il voto sull’emendamento al dl Ucraina con cui è stato sospeso il pagamento dei tributi per l’occupazione di suolo pubblico, con proroga, per bar e ristoranti, delle semplificazioni in materia di autorizzazioni.
Non si è fermato, però, il sindaco, tanto che da due giorni è in azione una task force della polizia locale (con conseguenti multe nelle zone centrali, per un totale di 26 mila euro raccolti in tre ore) che risponde alle esigenze di quella che si presenta come una sorta di “centrale operativa” sul controllo e sul decoro, illustrata in Campidoglio dal sindaco e dall’assessore alle Attività produttive Monica Lucarelli: “Abbiamo trovato una situazione di estrema gravità”, ha detto Gualtieri, “e abbiamo deciso di mettere in campo una stretta contro l’abusivismo relativo all’utilizzo delle occupazioni di suolo pubblico”. Intanto lo stesso Gualtieri è finito indirettamente nel mirino di 150 intellettuali, architetti e urbanisti, quelli che qualche giorno fa hanno firmato la lettera indirizzata al direttore del World Heritage Unesco, Lazare Eloundou Assomo, per segnalare “lo stato di degrado in cui versa uno dei più importanti siti italiani riconosciuti dal World Heritage, il centro storico di Roma”. Per iniziativa del giornalista Paolo Brogi, e di vari comitati di quartiere, la lettera è stata firmata, tra gli altri, dagli scrittori Vittorio Emiliani e Valerio Magrelli,dallo psichiatra Paolo Crepet, dalla direttrice della Casa di Goethe Maria Gazzetti e dalla docente Claudia Conforti (ma l’operazione “tavolino selvaggio” non era ancora partita. Si vedrà).