Roma Capoccia
Le cariche, le candidature , il centrosinistra e le piccole questioni di “opportunità”
Nicola Zingaretti e gli altri: sono nelle liste elettorali ma anche impegnati in una carica, che sia in regione o al Campidoglio, suscitando perplessità negli elettori. Qualche domanda
Si sono detti a disposizione della causa e/o del partito – partito convinto, per timore della disaffezione dell’elettorato e in vista della competizione con la destra, che sia meglio candidare un volto noto. Sono quindi candidati, ma anche impegnati in una carica. Ed è chiaro che le liste sono fatte da tempo e tra poco si vota, e però, in una parte dell’elettorato romano di centrosinistra, ci si è domandati se – nella scelta apparentemente ineluttabile delle candidature, e vista appunto la suddetta disaffezione del votante, fuggito non molto tempo fa verso i Cinque stelle, l’astensione o altre formazioni – non si sia per caso sottovalutato un aspetto: quello di candidare nomi, anche stimati, di persone che hanno già un incarico. Incarico magari in scadenza nel 2023 (Regionali imminenti) o meno se si tratta del Comune, ma comunque al momento ancora ricoperto dai candidati stessi. Che non si sono dimessi preventivamente, anche con ragioni per così dire di buon senso, e che lo faranno, com’è ovvio, in caso di elezione.
Presi singolarmente, i casi potrebbero far dire: che male c’è? Se un nome è valido, data la difficoltà della battaglia, tanto vale spenderlo. Ma potrebbero anche far dire: perché proprio uno che un ruolo lo ricopre, e con serietà, tanto più che serietà vorrebbe che un compito fosse onorato fino alla fine, specie nel momento difficile? E insomma: non pochi elettori di centrosinistra si accingono a votare con una riserva mentale sulla sfumatura di opportunità di alcune scelte – comprensibili, ma magari non del tutto inevitabili se si voleva salvaguardare l’immagine di partito o coalizione che lavora per il cittadino. Cittadino che, “dal basso”, ha insistentemente chiesto: perché non fate le primarie per le candidature? Perché sovrapporre, anche se per poco, cariche e corsa per le Politiche? Sia come sia, l’elettore troverà, domenica, candidato nel collegio Roma 03 per il Senato, l’assessore della giunta Gualtieri Andrea Catarci (deleghe a Decentramento, Partecipazione e Servizi al territorio per la città dei 15 minuti). Nel collegio Roma 01, uninominale per la Camera, troverà invece Paolo Ciani, consigliere regionale e presidente di Demos. Ultimo ma non ultimo, il presidente uscente della Regione Nicola Zingaretti (capolista nel plurinominale Lazio 1 per la Camera). Tutti, se eletti, ovviamente si dimetteranno. E certo l’obiettivo è frenare l’arrembante Giorgia Meloni. Sottotraccia, però, il tema si è posto (da ricordare per le prossime volte).