Roma Capoccia
Chiudere un accordo con Conte per le Regionali prima che il M5s superi il Pd
È la questione più urgente per i dem, che vedono la replica del “modello Lazio" come unico possibile antidoto alla dispersione dei consensi, sperando di tenere assieme tutti, dal leader grillino a Carlo Calenda, con accento sulla particolarità locale e sui risultati fin qui ottenuti
E’ la questione più urgente per il Pd, anche se nascosta sotto al tappeto della superiore partita di avvio legislatura dall’opposizione, e anche se all’orizzonte incombe il congresso del partito, dalla tempistica ancora incerta: bisogna chiudere l’accordo con i Cinque stelle per il Lazio, così si ragiona nelle segrete e non segrete stanze del Nazareno (con poche eccezioni), se non si vuole rischiare di precipitare in uno scenario da traversata del deserto.
Il centrodestra, infatti, è nella condizione di sfruttare l’onda lunga delle elezioni politiche, e di presentarsi compatto all’appuntamento con le urne (appuntamento non lontano, viste le imminenti dimissioni del governatore uscente Nicola Zingaretti). Il centrosinistra, e il Pd in particolare, che alla Regione ha sperimentato il campo largo di cui Zingaretti si è fatto aedo, vede la replica del “modello Lazio” come unico possibile antidoto alla dispersione dei consensi, sperando di poter tenere assieme tutti e tendendo il filo da Giuseppe Conte a Carlo Calenda, proprio con accento sulla particolarità locale (come dire: non importano i disaccordi nazionali, visto l’esperimento riuscito alla Regione). Stessa cosa pensano i dirigenti laziali e gli eletti laziali a Cinque stelle, Roberta Lombardi in testa, che volentieri si rivedrebbero assessore.
E però, al momento, questo desiderio neanche tanto segreto, e anzi sbandierato in pubblico, non trova sponda evidente nell’uomo che dovrebbe suggellare l’accordo: Conte, l’ex premier che in questi giorni sembra al contrario aver alzato ufficiosamente la posta, facendo capire, attraverso i suoi fedelissimi, non soltanto di avere le già note riserve sull’inceneritore annunciato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ma di oscillare tra due ipotesi: puntare a un accordo che valga anche per le altre regioni in cui si voterà, Lombardia in testa, o andare da soli proprio nel Lazio dove gli ultimi sondaggi danno il M5s a pochissima distanza dal Pd. E la prospettiva dell’eventuale sorpasso, a ridosso del congresso, porterebbe carburante ai motori di quelli che addirittura vorrebbero, alla sinistra del partito e appena fuori dai suoi confini, vedere il Pd aprirsi al punto da confondersi con il Movimento in un mare magnum. Motivo in più per fare in fretta.