Roma Capoccia
Suggerimenti per un fine settimana nella Tuscia: cibo, boschi e sfilate in costume
I colori autunnali tra le colline del viterbese hanno poco da invidiare a quelli del basso Piemonte. L’occasione per visitarle può essere una delle numerose sagre di castagne che in questo periodo abbondano
Si sono concessi una giornata da queste parti anche Matteo Salvini e Francesca Verdini. Domenica 16 ottobre si era ancora in pieno totoministri e il leader leghista con fidanzata hanno fatto una fuga a Caprarola, nel viterbese, a caccia di castagne, con tanto di “story” su Instagram a immortalare l’escursione.
Complice il meteo favorevole, è questo il periodo dell’anno per concedersi una giornata, meglio ancora un intero week end, nella Tuscia, che sono un po’ le nostre Langhe. I colori autunnali, tra le colline del viterbese, hanno infatti poco da invidiare a quelli del basso Piemonte. Nei vicoli dei borghi si sente odore di camino, mentre in campagna la natura ci colpisce coi gialli, i rossi, i marroni. E l’occasione può essere proprio una delle numerose sagre delle castagne che in questo periodo abbondano. Fino al primo novembre, per esempio, c’è quella di Vallerano. E questo fine settimana si può godere ancora delle Giornate della castagna a Canepina, giunte alla 40esima edizione: domenica in programma c’è il palio delle botti, mentre martedì ci sarà la sfilata degli sbandieratori e dei musici della macchina di Santa Rosa di Viterbo. Ma quasi ogni comune ha la sua festa: Ronciglione, Vetralla, Vignanello, San Martino al Cimino, Vitorchiano, Capranica e Carbognano.
Il bello è che alcune sagre sono accompagnate da notevoli rievocazioni storiche in costume. La più famosa è quella per la Sagra della castagna di Soriano del Cimino, dove le quattro contrade (l’indomita Rocca, l’aristocratica Papacqua, l’epica San Giorgio e la nobile Trinità) anche quest’anno si sono sfidate nella giostra degli anelli, nel torneo degli arcieri, nei giochi in costume. Dopo due anni di sospensione per il Covid, la festa quest’anno è tornata in tutto il suo splendore dalla fine di settembre alla metà di ottobre. Assistervi è anche una prova fisica, visto che rievocazioni durano anche 4 ore. Ogni contrada organizza poi il pasto sociale aperto a tutti (mentre a Siena è solo per i contradaioli): basta mettersi in fila, scegliere dal menù e si viene serviti da personale in costume su tavoloni di legno in sale d’epoca. La castagna la fa da padrone, con zuppe, arrosti, dolci, mentre le caldarroste vengono cotte in enormi padelloni sui carboni ardenti. Per smaltire si fanno volentieri due passi nella faggeta del monte Cimino, patrimonio dell’Unesco, uno dei boschi più belli della Tuscia. Se poi non siete tipi da sagra, taverne e ristoranti non mancano.