Roma Capoccia

Roma, ecco il regolamento sul decentramento: ai municipi la gestione dei fondi

Gianluca De Rosa

Venerdì il primo via libera al testo da parte dell'osservatorio guidato dall’assessore Catarci: “Andiamo verso i comuni urbani”

Roberto Gualtieri ha vinto le elezioni amministrative poco più di un anno fa con una dichiarazione d’intenti: fare di Roma la città dei 15 minuti. Uno slogan per promettere a ogni romano, in ogni angolo della Capitale, l'aumento dei servizi di prossimità – dalle scuole allo sport e la cultura, dalle biblioteche ai coworking –. Tutto a meno di 15 minuti di distanza. Un passaggio essenziale per questa trasformazione passa dal decentramento amministrativo. Dopo un anno, però, in concreto, l’amministrazione dem non ha fatto ancora niente. Un primo passo ci sarà finalmente venerdì. L’osservatorio per il decentramento – il tavolo dove siedono sei presidenti e sei direttori generali di municipio (di territori diversi) darà il primo via libera alla revisione del regolamento del decentramento amministrativo. “È un fondamentale passo in avanti per inverare la città dei 15 minuti”, dice Andrea Catarci, l’assessore che ha la delega al Decentramento e alla città dei 15 minuti.

 

A scorrere le bozze del testo salta subito all’occhio una cosa: la maggior parte dei cambiamenti introdotti è di ordine linguistico. Le “circoscrizioni” diventano municipi, il “consiglio comunale” “Assemblea capitolina”. Svecchiamenti necessari dato che il precedente testo risale al 1999. Ma nel nuovo testo c’è di più. “Ci sono novità su alcuni ambiti strategici – dice Catarci – non abbiamo fatto solo un lavoro di maquillage. Certo i municipi non diventeranno ancora comuni urbani ma la direzione che prendiamo è quella, potenziandoli nelle politiche di bilancio e nella riscossione, nella relazione con le aziende pubbliche e la Polizia locale. Stiamo inoltre modificando la macchina amministrativa spostando funzioni verso i municipi, trasferendo al contempo risorse e personale dal centro ai territori”. In che modo procederà questo cambiamento?

 

Il primo passo, è inevitabile, riguarda i fondi. I municipi che fino ad oggi hanno sempre ricevuto risorse vincolate dal Campidoglio potranno invece gestire direttamente una quota del bilancio. “Ho fatto per 10 anni il presidente di municipio – dice Catarci – ricordo bene quando scrivevamo quella che chiamavamo la "letterina a Babbo Natale", i desiderata rivolti al Campidoglio per i nostri territori. Ecco, adesso una parte del bilancio sarà invece direttamente programmata dai municipi”. Su quale sarà la percentuale del bilancio che i municipi potranno gestire in autonomia sono ancora in corso le trattative, si oscilla tra il 40 e il 60 per cento. Il Campidoglio potrà comunque riprogrammare una quota delle spese scelte dal municipio. A funzioni e fondi assegnati se ne potranno aggiungere ulteriori nel caso in cui i municipi presentino progetti e piani per realizzazioni di opere e progetti in attuazione della filosofia dei 15 minuti, anche su argomenti istituzionalmente non di competenza municipale. “In quel caso si prevede di derogare alla distribuzione ordinaria delle competenze”, dice l’assessore.

 

Per le giunte municipali sarà inoltre possibile avere maggiore voce in capitolo sulla gestione dei servizi pubblici svolti dalle aziende (in house o meno), come Ama, Atac e Acea. Nella pratica, sarà istituita in ogni municipio una conferenza istituzionale territoriale con tre membri: il presidente, scelto dall’Agenzia per il controllo dei servizi di Roma Capitale, un rappresentante della giunta municipale e un delegato delle aziende di volta in volta interessate. “Coordinamento con i territori – dice Catarci – significa avere servizi che funzionano meglio”. Anche sul verde verrà recepito il principio che Catarci insieme all’assessora all’Ambiente ha già cominciato ad applicare: giardini, parchi, e verde stradale di dimensioni inferiori ai 20mila metri quadri saranno gestiti direttamente dai territori.

 

Le novità riguardano anche una maggiore chiarezza sulle competenze. Spiega Catarci: “Per ciascuna materia, dall’ambiente al sociale, è spiegato quali compiti spettano al municipio e quali ai dipartimenti capitolini, così da evitare qualsiasi equivoco su 'chi fa cosa'”. Infine, ai municipi spetterà anche la promozione delle comunità energetiche insieme a cittadini e imprese e la collaborazione con i comuni di cintura.
 

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