Roma Capoccia
Roma pulita entro Natale, ma di quale anno?
Dopo quello della promessa di Gualtieri si avvicina un altro Natale, ma Roma è ancora sporca. Si attende invano il piano industriale di Ama. Intanto in Campidoglio si parla di come piazzare i big dem romani rimasti fuori dal Parlamento
La promessa fu di quelle destinate ad entrare negli annali delle sparate clamorose. Appena eletto, il neosindaco Roberto Gualtieri la fece così, a cuor leggero. “Puliremo Roma entro Natale”. Era novembre dello scorso anno e ormai lo sappiamo tutti: la promessa non fu mantenuta. Anzi, una lunga serie di problemi logistici e di sbocchi consegnarono ai romani, per le feste, cumuli di monnezza ancor più alti del solito. E’ passato un anno e quella di Gualtieri, pur cambiando il Natale da attendere, rimarrebbe la promessa di un marinaio. Il sindaco, che finalmente lo ha capito, ha evitato di fare ulteriori uscite avventate. Con piglio decisionista ha invece promesso finalmente una soluzione al problema dei rifiuti: un nuovo e molto grande termovalorizzatore per la città.
Insomma, per il Natale del 2025, ad ascoltare le sue parole, Roma potrebbe essere davvero pulita. Ma davanti ci sono infinite incognite. La prima riguarda il piano industriale di Ama la cui redazione è stata affidata dalla municipalizzata alla società di consulenza Intellera Consulting. Doveva essere pronto per ottobre per poter finalmente iniziare l’iter per la realizzazione degli impianti. Per adesso però non ce n’è traccia. Intanto un passo è stato fatto. Ama ha acquistato il terreno nella zona industriale di Santa Palomba, periferia oltre il Gra, a due passi da Pomezia. Costo 7,5 milioni, anche, denuncia il consigliere della Lega Fabrizio Santori, da anni era in vendita a 2,5 milioni. Inoltre sull’area ci sarebbe un vincolo archeologico e addirittura dei fossi demaniali deviati dal precedente proprietario per evitare allagamenti.
In attesa di sapere qualcosa sugli impianti che Gualtieri vorrebbe realizzare entro il Giubileo, in Campidoglio si parla di cose più prosaiche, che da queste parti però scaldano come null’altro: le nomine. Dopo le regionali, in caso di sconfitta, sono tanti i big dem che dopo essere rimasti fuori dal parlamento potrebbero non entrare neppure alla Pisana. Si vocifera che potrebbero bussare a palazzo Senatorio per un posto in giunta. Due i nomi su tutti: Monica Cirinnà e Patrizia Prestipino.