Roma Capoccia

Riscossa sinistra contro il termovalorizzatore

Gianluca De Rosa

L’assessore del IX Municipio Alessandro Lepidini si dimette in polemica con la scelta del sindaco Gualtieri, mentre Si, Verdi e Art.1 si sospendono dal tavolo di coalizione. Adesso toccherà a Alessio D'Amato cercare di convincere le sigle della sinistra ecologista

A inizio giornata Alessio D'Amato, assessore alla Sanità e candidato del Pd alla guida della Regione Lazio, ci aveva provato: “Lavoro per costruire un’alleanza la più ampia possibile, anche con le primarie se servono ad allargare, può partecipare anche il M5s, può candidarsi pure Roberta Lombardi se vuole”. Ma nel pomeriggio la replica di Giuseppe Conte è arrivata tanto secca, quanto scontata: “Noi abbiamo posto dei temi gli altri scelgono prima il candidato e i programmi sono secondari, auguri”. Insomma, si torna sempre lì, al termovalorizzatore di Roma che qui è diventato però qualcosa di più, la metafora di una scelta di campo. La narrazione del M5s contiano che il Pd sta lavorando a smontare, è questa: con la scelta di D’Amato, candidato voluto da Calenda, i dem hanno rincorso il Terzo polo e infatti propongono soluzioni ai problemi non ecologiche, come il termovalorizzatore. Non stupisce dunque che ieri il fronte si sia pericolosamente allargato. Non c’è più solo il M5s. Da sinistra è arrivato un attacco frontale all'impianto sognato dal sindaco Gualtieri per la capitale. La richiesta piuttosto esplicita è stata presentata da Articolo 1, Sinistra italiana, Europa Verde e Sinistra civica ecologista nel corso della riunione del tavolo di coalizione che si è svolta nel pomeriggio.

 

Già in mattinata il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni aveva fatto capire l’andazzo parlando della necessità di “azzerare le candidature” per il Lazio (ritirando il nome ormai ufficiale del Pd, quello di D’Amato) e trovare “una soluzione tecnologica” (dunque un’alternativa al termovalorizzatore) per far sedere di nuovo allo stesso tavolo Pd e M5s. La sua posizione di rottura è stata confermata alle 17 quando, nella sede del Pd Lazio in via degli Scialoja, si sono incontrati i segretari regionali delle mille sigle della sinistra verde che fino ad oggi hanno governato la Regione insieme a Pd, M5s (e, non si dice, il Terzo polo). In concreto,  le sinistre hanno chiesto la sospensione del tavolo per andare a vedere la proposta dell'assessora grillina alla Transizione ecologica della Regione Roberta Lombardi che ancora due giorni fa aveva rilanciato, proponendo anche a un pezzo di Pd di trovare insieme un candidato alternativo a D’Amato con un programma fortemente ecologista per eventuali primarie.

 

C'è chi è convinto che in questo modo, termovalorizzatore o meno, Conte sarebbe costretto a trattare o rischierebbe una grana interna non da poco (cosa succederebbe ad esempio se in massa i consiglieri regionali lasciassero il Movimento considerando pretestuosa la posizione del leader?). Non hanno chiesto primarie né  si sono sfilati  +Europa, Radicali e Demos, braccio politico della comunità di Sant’Egidio. I radicali  hanno proposto di fare un referendum sull’impianto. “Dato che è questo il vero termine di divisione – ha detto il consigliere regionale di +Europa Alessandro Capriccioli – diamo la parola ai cittadini e scardiniamo un elemento di conflittualità attraverso uno strumento di democrazia diretta che penso a Giuseppe Conte piacerebbe molto”.

Il segretario regionale del Pd Bruno Astorre ha ascoltato le richieste dei partiti, ma non ha potuto fare a meno di notare come l’accordo sul programma ci fosse già e fossero tutti d’accordo, 5 stelle compresi. “Poi – ha spiegato – Conte ha esautorato i vertici locali e fatto saltare l’alleanza sul termovalorizzatore che non è un tema regionale. D'Amato – ha assicurato – cercherà di allargare il più possibile la coalizione, ma sia chiaro che se non si costruirà è responsabilità del M5s, lui è il nostro candidato”. Ma il fronte del termovalorizzatore, intanto, si allarga in tutte le direzioni. Proprio nelle stesse ore in cui in via  degli Scialoja si riuniva il tavolo, con un post su Facebook l’assessore Pd all’Ambiente del IX Municipio Alessandro Lepidini annunciava le sue dimissioni dalla giunta: “La mia contrarietà all’inceneritore mi impone di impegnarmi personalmente per contrastare un progetto che considero superato”.