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Rebus regionale

La data delle elezioni nel Lazio c'è: ma a destra manca il nome e a sinistra l'alleanza

Marianna Rizzini

Si esaminano i profili più o meno “romacentrici” dei possibili candidati. Il termovalorizzatore resta comunque protagonista trasversale del dibattito

Oscurate dal congresso Pd, le elezioni regionali incombono per il centrosinistra, ancora alle prese con i dubbi sulle alleanze. La data c’è: 12 febbraio 2023. L’assessore uscente e candidato di Pd e Terzo Polo Alessio D’Amato, intanto, “testato” dai sondaggi, è apparso non molto lontano da un ipotetico candidato di centrodestra (al momento in testa). Ma il punto per il centrodestra è ancora uno: chi candidare? Se, infatti, fino a qualche giorno fa, si discuteva ancora della possibilità di mettere in campo il profilo civico di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, oggi la questione, da questo punto di vista, pare archiviata: Rocca al momento è scomparso dalle discussioni infinite (e più volte rimandate: prima a dopo il G20, poi per via della manovra) che tengono impegnati i vertici dei principali azionisti del governo Meloni. Anche se a decidere dovrà essere lei, visti anche i numeri (FdI al 35 per cento nel Lazio). Quando farà il nome?

Intanto si esaminano i profili più o meno “romacentrici” dei possibili candidati, dicono da FdI, partito dove la “suggestione provinciale sta prendendo piede”, scherza un parlamentare romano di centrodestra. Suggestione che vedrebbe salire le quotazioni di Paolo Trancassini, deputato con base solida a Rieti e coordinatore regionale di FdI, visto come uomo di dialogo (con Lega e Forza Italia) e di Nicola Procaccini, europarlamentare ed ex sindaco di Terracina. Spostandosi a Roma, sono sempre sul tavolo i nomi della deputata meloniana di ferro Chiara Colosimo, di Fabio Rampelli, punto di riferimento della destra locale, e del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, anche cognato della premier. In campo non c’è quindi il vuoto che c’era quando si doveva decidere chi candidare come sindaco. Eppure si temporeggia.

Resta comunque protagonista del dibattito, trasversalmente, sia a destra sia a sinistra, il tema del termovalorizzatore: sul sì o sul no al progetto, infatti, si collocano molti dubbi. Nonché, nel caso del centrosinistra, anche il problema del “con chi andare”. Per quanto D’Amato infatti cerchi di dialogare con il M5s, Giuseppe Conte sul termovalorizzatore ha speso parole definitive di avversione. Motivo per cui il candidato di Pd e Terzo polo è apparso pronto a procedere anche senza M5s. “Voglio vincere perché lo dobbiamo alla nostra comunità politica”, ha detto. “Le regionali devono rappresentare una rivincita delle forze del centrosinistra, riformiste e progressiste”.
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.