roma capoccia
Le meraviglie del Museo della Civiltà ora restituito ai visitatori
Il teschio dell’uomo di Neanderthal e la fusione con il Museo delle Arti orientali e quello delle Tradizioni popolari
L’ambizione è notevole: quello di diventare il museo di tutte le civiltà del mondo, a partire da quella italiana, e greco-romana, naturalmente. E le potenzialità ci sono tutte. Parliamo del Museo delle Civiltà che, da qui al 2025, dovrebbe andare a pieno regime con l’apertura di nuovi spazi e il riallestimento di quelli già esistenti. Il “museo dei musei” come viene definito perché l’obbiettivo è quello di raccogliere le collezioni di più musei insieme. Così ecco che il 26 ottobre scorso sono stati inaugurati i nuovi spazi del museo preistorico etnografico Luigi Pigorini, che un tempo aveva scopo prevalentemente didattico, prima meta delle scolaresche romane in gita mattutina. Preistoria? Storie dall’Antropocene è il titolo del nuovo percorso che conduce con sapienza nella collezione con più di 150 mila reperti, tra cui il cranio neandertaliano Guattari I, i resti del villaggio neolitico de La Marmotta e le splendide piroghe trovate sul fondo del lago di Bracciano.
Il nuovo grande polo culturale è strutturato in due palazzi uno di fronte all’altro, a piazza Marconi, all’Eur. Il Palazzo delle Scienze che contiene appunto il “Pigorini”, il Museo di Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, l’ex Museo Africano già Museo Coloniale, le collezioni di paleontologia e mineralogia dell’Ispra e il Museo dell’Alto Medioevo. Di fronte c’è invece il famoso Museo delle arti e tradizioni popolari che contiene la storia delle civiltà italiana in tutte le sue sfaccettature: vita quotidiana e domestica, lavoro nei campi e nei borghi, arti e tradizioni. Il prossimo step sarà l’apertura dell’allestimento della collezione Ispra a dicembre. Ma con oltre 2 milioni di reperti e documenti, e nonostante gli 80 mila mq a disposizione, al Museo delle Civiltà non tutto potrà essere visitabile: ci sarà gioco forza una rotazione, anche per mantenere al meglio i reperti più preziosi e delicati. “I depositi nei musei di solito sono visti come un ‘non-luogo’, uno spazio morto, da noi invece saranno un posto vivo dove si faranno lavori di restauro, ma anche studio e ricerca. E ci piacerebbe renderne accessibile una parte con visite guidate. Saremo sempre un work in progress”, osserva il direttore del Museo della Civiltà, Andrea Viliani.
La genesi, bisogna dire, non è stata semplice: quando nell’ottobre 2017 l’allora ministro Dario Franceschini decise di chiudere il Museo di arti orientali in via Merulana si scatenò un putiferio con proteste di cittadini e raccolte di firme contro il trasferimento. E da allora la collezione non è stata più visitabile. A un certo punto anche i tempi di apertura del Museo delle Civiltà, istituito nel 2016, apparivano incerti. Ora invece in gran parte è riaperto ed è stato finalmente inaugurato il nuovo spazio espositivo del “Tucci” al pian terreno del Palazzo della Scienza. “In quegli anni io non c’ero, posso però dire che ora il “Tucci” è stato unito alle collezioni asiatiche del “Pigorini” diventando così, anche grazie ai 10 milioni di finanziamento, uno dei musei di arti e culture asiatiche più importanti al mondo”, sottolinea il direttore. Viliani, nato a Casale Monferrato, è arrivato qui nel gennaio 2022 dopo aver diretto il museo del Castello di Rivoli a Torino e il Madre di Napoli.
La sfida, adesso, sarà rendere tutto accattivante e attrattivo per romani e turisti. Le sale, all’interno dei meravigliosi palazzi razionalisti, sono notevoli con soffitti altissimi, marmi di ogni genere e finestre da capogiro, ma hanno forse il difetto di risultare un po’ “fredde”. Altro problema è la distanza dal centro: per molti romani l’Eur è un mondo a parte. E come far sapere ai turisti che qui c’è un tesoro? “Dovremo esser bravi nella comunicazione, magari inventandoci degli eventi. Per esempio, a breve inizieremo una collaborazione con Fendi, che ha sede al Palazzo della civiltà (il Colosseo quadrato, ndr), ma vorremmo che tutto il quadrante Eur si trasformasse in un importante hub culturale e turistico, con una connessione continua tra noi, il Palazzo delle esposizioni, la Nuvola, l’Archivio centrale dello Stato e tutto il resto…”, sostiene Viliani. E si lavorerà anche con il IX municipio, uno dei più estesi della città. A breve verrà in visita il nuovo ministro, Gennaro Sangiuliano. Il museo è statale e le scelte, e i finanziamenti, della politica contano parecchio.