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Roma Capoccia

I venticinque anni di Teledurruti. Storia della tv (mono)locale di Fulvio Abbate

Francesco Corbisiero

“Registravamo a Borgata Finocchio, alla fine di via Casilina. Una volta candidammo al Quirinale una persona transessuale, Vladimir Luxuria", racconta l'ideatore del format televisivo  fai-da-te. Dagli esordi su TeleAmbiente al web, tra sperimentazione, imprevedibilità e surrealismo

"Una volta ricostruimmo in diretta una sezione del Pci del 1975 in scala 1:1. Un’altra – mentre il Parlamento si chiedeva se toccasse a una donna diventare presidente della Repubblica – candidammo al Quirinale una persona transessuale, Vladimir Luxuria”. Degli esordi di Teledurruti Fulvio Abbate sottolinea la capacità di sperimentare, spiazzare, irridere.

Per il suo fantasioso esperimento di tv fai-da-te si avvicinano le ricorrenze: il prossimo 7 ottobre compirà venticinque anni. Durante i primi cinque, il programma va in onda ogni giovedì sera su TeleAmbiente – piccola emittente locale romana – sotto forma di talk-show, completo di argomento della puntata, sigla, ospiti, rubriche e filo diretto col pubblico. “Registravamo a Borgata Finocchio, alla fine di via Casilina” ricorda, seduto nel salotto del suo appartamento a Monteverde, ricolmo di delizie antiquarie.

Per apparire come la conosciamo oggi, Teledurruti ritorna nel 2007 dopo un lungo intervallo: nell’anno in cui il Time sceglie come Person of the year l’utente del web che produce contenuti sulle piattaforme, Abbate trasloca su YouTube. Dove, al momento, il suo canale conta 7540 iscritti e 2732 videoclip. Ne conterrebbe assai di più se nel 2014 un attacco hacker non avesse distrutto l’intero archivio. A rimanere costante nel tempo, invece, è stato il rapporto con gli spettatori. Pochi, ma affezionatissimi. E’ stata la loro complicità a rendere il format un vero e proprio oggetto di culto. Eppure l’omaggio più significativo a questo contenitore d’informazione e d’intrattenimento artigianale d’autore è riportato nella motivazione scritta dalla giuria che, nel 2013, l’ha insignito del Premio Satira Forte dei Marmi.

Eccola: “Se la tv fa schifo, se annoia e manipola, se si accende, si consuma e si spegne senza lasciare traccia di sé, quale migliore slancio di fantasia e ragionevolezza che farsene una propria? A casa, con location domestiche, opinionisti scelti fra amici e familiari e diligente sfoggio di imprevedibilità. Nasce così, diversi anni or sono, Teledurruti, la televisione monolocale dello scrittore, marchese, cantante e funambolo Fulvio Abbate, incandescente continuatore del Surrealismo. […] Attraverso la tecnologia, ogni sera torna in scena la lezione delle avanguardie del secolo scorso. La rivincita dell’arte sulla vita, la vendetta dell’artista sulla noia e la ripugnanza del potere”. 
 

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