Roma Capoccia - Spina di borgo
Era veramente bronchite quella di cui ha sofferto il Papa?
In una telefonata, Francesco ha confessato di aver “perso conoscenza”: non esattamente uno dei sintomi legati ai bronchi. Visto il rumoroso chiacchiericcio, non sarebbe forse meglio tornare al vecchio bollettino medico?
Va bene, il Papa ha deciso da tempo di non volere un medico personale (dopo averne fatti fuori diversi, pare per divergenze sui percorsi di cura proposti), ha scelto un infermiere come suo archiatra de facto e il caos che ne consegue (anche qui) regna sovrano. Però. Insomma, il 29 marzo fu prima ricoverato per “accertamenti programmati”, poi si parlò di ambulanza, quindi di polmonite, poi di bronchite. In due giorni, Francesco era in piedi, intento a distribuire uova di Pasqua in ospedale, battezzando un bambino e sorridendo alle infermiere. Il tutto mentre il chiacchiericco – che si alimenta quando manca la trasparenza – riversava su social più o meno affidabili e autorevoli ogni soffio che giungeva a questo o quell’orecchio: attacco di fibrillazione atriale, broncolpolmonite, infarto. Tutto smentito. Sia dai comunicati ufficiali sia dal Papa che, uscendo dal Gemelli, assicurava che lui aveva sofferto quel che era stato detto. Questo fino all’altro giorno, almeno. Perché nella telefonata a un suo amico di Pesaro, Francesco ha confessato di essersela vista davvero brutta e di aver “perso conoscenza”. Che, come sanno anche le madri di famiglia, non è una delle più classiche conseguenze della bronchite. Non è forse meglio tornare al vecchio e algido bollettino medico?