Roma Capoccia
La storia della Madonna e della santona di Trevignano che ricorda la “Dolce vita”
Dal cinema alla realtà, tutto riaccadde sempre da queste parti a Civitavecchia. Fra questioni più o meno serie, l’ispirazione sembra venire da Fellini
Si è scritto molto. Lei è andata ospite in tv. Pure da Bruno Vespa. Intanto indaga il vescovo di Civita Castellana per appurare se c’è del sacro. E ci sono esposti e denunce in procura. Forse pure una causa civile. C’è il devoto che dice di aver donato 123 mila euro e di essersene pentito. E c’è la protagonista, Gisella Cardia, l’ex imprenditrice siciliana ora veggente a Trevignano, che sembrava scomparsa, magari coi soldi delle donazioni, e invece ora riappare: era solo stata via qualche giorno per Pasqua. Pronta a tornare a Trevignano e organizzare la prossima kermesse, il 3 maggio. È la storia della Madonna di Trevignano che da sette anni, ogni 3 del mese, lacrima sangue. Tra i fedeli, pure Paolo Brosio.
D’un colpo siamo nel 1960, in una scena della Dolce Vita. Marcello Mastroianni, in spider, insieme al suo paparazzo, s’invola verso un luogo non precisato della campagna romana, si vede avvezza ai miracoli. Si porta dietro, per una volta, anche la fidanzata, che durante il viaggio gli dà il solito tormento (“Emma, non la voglio la banana, non mi va!”). Quando arrivano il caos è totale: troupe della Rai, curiosi di ogni genere, madri che portano figli malati sperando nel miracolo, mutilati di guerra. A vedere la Madonna sono due fratellini, un maschio e una femmina, che, tra un avvistamento e l’altro, ridacchiano. “Escludo categoricamente che i ragazzi vedano la Madonna. I miracoli nascono nel raccoglimento e nel silenzio, non in questa confusione!”, dice il prete. Ci sono addirittura le comparse (“okay, ora tutti in pausa pranzo, ci si rivede tra un paio d’ore”). Poi i ragazzini s’inginocchiano, indicano la Madonna (“eccola, è là!”) e corrono da una parte all’altra seguiti dalla folla. Scoppia un temporale ed è il finimondo. Quando torna la calma, ci è scappato pure il morto, un ragazzo schiacciato dalla calca.
Dal cinema alla realtà, tutto riaccadde sempre da queste parti a Civitavecchia nel 1995 quando, dal 2 febbraio al 15 marzo, una madonnina lacrimò sangue per quindici volte. Lì la questione sembrò più seria, se ne occupò l’allora cardinale Joseph Ratzinger e davanti alla statuina pregò pure Papa Wojtyla. Ora invece Trevignano. In attesa del responso ecclesiale, chissà se Gisella Cardia e suo marito si sono ispirati a Fellini. Perché anche la location, un pratone con grande statua della Vergine, è del tutto simile al film. Fellini avrebbe gradito, col suo sottile sghignazzo romagnolo.