Roma Capoccia
Il comune di Roma assume per il Pnrr, ma il bando ha dei problemi
La gara per 115 posti ingegneri e architetti espone il Campidoglio a liti e ricorsi. E le opposizioni non aiutano
“Volendo essere morigerati, possiamo sicuramente dire che si tratta di una procedura discutibile”. A parlare con Il Foglio è una fonte interna al Campidoglio, ben addentrata nel caos romano del Pnrr. A conoscenza, tra le altre cose, del dossier relativo all’assunzione a tempo determinato di 115 ingegneri e architetti, da impiegare proprio per la realizzazione dei tantissimi progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Giubileo 2025. Un bando pensato per accorciare i tempi e snellire il procedimento rispetto a quello di un normale concorso, ma che rischia di finire impantanato tra ricorsi e polemiche.
La carica dei 115 tecnici rientra nel nuovo Piano Assunzioni 2023/2025 di Roma Capitale, approvato dalla giunta capitolina il 14 aprile scorso. 2300 nuovi ingressi, tra assunzioni e concorsi, in cui faranno la parte del leone gli 800 nuovi agenti di Polizia Locale. E poi insegnanti, funzionari economici, amministrativi, psicologi, archivisti e autisti. Una bella infornata, ma stringe il tempo per il Pnrr. “L’Amministrazione Gualtieri ha finora impegnato soltanto il 10% dei circa 4 miliardi di euro stanziati con il Recovery”, denunciano l’ex assessore ai Lavori Pubblici e capogruppo M5S Linda Meleo e l’ex assessore al Personale e capogruppo della Lista Civica Raggi Antonio De Santis.
C’è bisogno di architetti e ingegneri da inserire subito. Ed ecco l’idea di un bando ad hoc, stilato dalla Città Metropolitana di Roma in convenzione unica con Roma Capitale. Una procedura giudicata “anomala” tra i corridoi del Campidoglio, eppure legittima, consentita dal cosiddetto “decreto Brunetta” che regolamenta le assunzioni nella Pubblica Amministrazione per il Pnrr. Il problema sono le modalità del concorso. Un elenco in ordine alfabetico di idonei tutti in ex aequo. Questo perché per ottenere l’idoneità è bastato raggiungere un punteggio di 21/30 e non è stata stilata una graduatoria di merito. Il secondo passaggio è in mano al Comune, che sta procedendo alla selezione tramite degli interpelli seguiti da un colloquio orale. Anche questi “discutibili”. Basta guardare l’ultimo ranking, in cui abbondano gli ex aequo e la posizione dei candidati è determinata da fattori come l’età più giovane di un aspirante funzionario rispetto a un altro. Le opposizioni, in particolare il M5s, sono sulle barricate e consultano esperti, chiedono pareri sulle varie falle del bando per assumere i tecnici del Pnrr. Non manca chi fa notare: “La Raggi ha fatto i concorsi in soli tre mesi, senza ricorrere a queste procedure”.
Insomma, gli attuali 23mila dipendenti di Roma Capitale sono troppo pochi per far girare a pieno regime la macchina del Pnrr e del Giubileo. Tanto che la giunta, con una circolare, ha bloccato le richieste di mobilità per tutti gli impiegati del Comune. Anche qui una fonte in Assemblea capitolina svelena: “Hanno imposto lo stop appena è arrivato il centrodestra in Regione, forse perché negli anni precedenti il turnover era prevalentemente orientato verso la Regione governata dal Pd”.