Roma Capoccia
C'è della pizza romana in Danimarca, piccola storia di successo
“MaMeMi” è un locale aperto nel 2019 da tre ragazzi romani a Copenaghen, diventato in pochi anni uno dei più famosi della città: nel menù la tipica pizza bassa della Capitale
Da quando il Noma nel 2010 è stato giudicato il miglior ristorante al mondo (e poi per altre 4 volte, ultima nel 2021), Copenaghen è diventata una delle capitali mondiali del “food”, epicentro della cucina definita “new nordic”. Dove vent’anni fa non si andava certo per il cibo, ora è un luogo dove la scelta del ristorante richiede ore di studio. Perché è qui che, a livello europeo, si fa ricerca e sperimentazione. Per questo il successo di tre ragazzi romani (di Labaro) che propongono la tipica pizza bassa della Capitale abbinata al vino al posto della birra è un successo doppio. Parliamo di MaMeMi, pizzeria aperta nel 2019 nella capitale danese da due fratelli poco più che trentenni, Francesco e Danilo Barletta, e dal loro cugino Daniel Di Pierro, che in pochi anni è diventata una delle più famose in città. Sì, perché ce ne sono molte altre. Tra cui quella che è stata premiata come miglior pizzeria d’Europa, il Bæst, nel vivace quartiere di Nørrebro, che attua una formula originale: si ordina una pizza alla volta perché tutti i commensali di un tavolo devono assaggiarla e condividerla.
Il MaMeMi, invece, sta a Vesterbro, zona più popolare ora molto riqualificata. “Il nostro marchio è la pizza romana, quindi più bassa e croccante, realizzata con molte ore di lievitazione e proposta non in modo tradizionale ma con gli ingredienti tipici della cucina romana. E l’abbinamento è col vino”, racconta Fancesco Barletta. Volevano aprirla a Viterbo, una pizzeria, ma la burocrazia italiana li ha scoraggiati. “Aprire un locale in Danimarca è molto più semplice: ti permettono di lavorare in tranquillità”. Noi ci siamo stati di domenica e il locale era pieno. “Abbiamo conquistato i danesi e non è affatto facile: l’alzamento del livello qualitativo li ha resi un pubblico competente, esigente e raffinato. Poi vengono italiani che vivono qui e vogliono respirare aria di casa. E i turisti”, continua Francesco. Il primissimo locale fu una pizzeria take away fuori città. “Un cliente ci sgridò sostenendo che la giusta dicitura fosse ‘pizzaria’ e non ‘pizzeria’, per dire il livello di allora. Oggi è un altro mondo”, sostengono i tre soci.
Per l’ultima Michelin in Danimarca ci sono 28 ristoranti stellati, di cui una quindicina a Copenaghen. Dove ci sono due tristellati, il Noma e il Geranium, e cinque bistellati. Più quelli a una sola stella. Un record, se pensiamo che la capitale danese conta solo 640 mila abitanti. E questa pioggia di stelle ha alzato il livello: non c’è ristorante o bistrot con qualche ambizione che non proponga un menù di livello, con un servizio impeccabile. A prezzi alti. Copenaghen, infatti, resta una delle città più care del mondo, forse la più cara in Europa, quindi cenare fuori, specie per noi italiani, è un costo notevole. E pure la pizza non è economica. “Questa esplosione del food ha resto i danesi assai goduriosi: finiscono di lavorare presto, alle 5 si fa l’aperitivo e alle 6 sono già a cena”, dice Francesco. Come in tutto il Nord Europa, qui si cena presto. Tra le pizze simbolo del MaMeMi, quella alla carbonara; con guanciale, cipolla caramellata e mele; con la cicoria ripassata; con mortadella, gorgonzola e granelli di pistacchio. Se poi volete una margherita (che nel menù non c’è), basta chiedere e ve la fanno.