Roma Capoccia
Un progetto di recupero fantastico: il parco di Santa Maria della Pietà
L’enorme area all’interno del municipio XIV dove un tempo c’era l’ospedale psichiatrico più grande d’Italia verrà ora riabilitata con un piano studiato dall’Università Sapienza. E grazie al Pnrr
Se c’è un luogo dove si potrà toccare con mano la rinascita della città, se mai accadrà, questo è il Santa Maria della Pietà, l’enorme area all’interno del municipio XIV (di cui è anche la sede amministrativa) dove un tempo c’era l’ospedale psichiatrico più grande d’Italia. Fondato nel 1909, è stato per novant’anni un manicomio, diviso per padiglioni a seconda delle parti del cervello e delle malattie, edificato qui perché è una delle zone più alte della città, dove si respira l’aria migliore, salutare per i pazienti. Chiuso nel 1999, l’area, di proprietà della Regione, è diventata sede dell’Asl Roma 1 ma pure di diverse strutture comunali. Dal 2000 versa nel degrado: il parco, i viali, i padiglioni, molti dei quali abbandonati. Un progetto di recupero è stato studiato dall’Università La Sapienza, ma ora decisivi saranno i 58 milioni in arrivo dal Pnrr, all’interno del progetto dei Piani urbani integrati che riguarderanno (per altri 120 milioni) anche Corviale e Tor Bella Monaca. “I soldi del Pnrr metteranno il turbo al progetto. Il Santa Maria della Pietà diventerà la più grande e importante infrastruttura sociale della città”, afferma l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia.
Il progetto prevede un’operazione di recupero del patrimonio naturale del parco, con percorsi ciclopedonali e di benessere, e la ristrutturazione di 16 padiglioni su 30, alcuni davvero stupefacenti dal punto di vista architettonico. Sorgerà una biblioteca, la cittadella dei minori, alloggi per le donne vittime di violenza, un centro per disabili, ma pure co-working, sedi di startup, spazi culturali e artistici. Un padiglione sarà poi dedicato all’agri-food, con un bar e un bistrot. E saranno restaurati il Museo della mente e il Villaggio della Solidarietà Lombroso. “Sarà una vera e propria cittadella tra cultura e salute, al cui interno potranno svolgersi anche manifestazioni ed eventi, ad esempio nell’ex lavanderia, che ha spazi adeguati”, osserva Giovanni Caudo, urbanista, ex assessore, ora alla guida della commissione del Campidoglio sul Pnrr. Alcuni servizi potranno essere gestiti da privati, come già accade per la fondazione Althea, che si occupa di cure palliative per i malati incurabili. “Visto che il Smp è stato a lungo un posto di pena e dolore, mi piacerebbe diventasse un luogo meticcio, pieno di giovani, fonte di scambi sociali e culturali”, aggiunge Veloccia. I cantieri partiranno entro dicembre 2023 per terminare, secondo il Pnrr, nel 2026. Ce la si farà?