Roma Capoccia
Monte Mario, uno dei punti più belli di Roma è l'epitome del degrado
Ristoranti e bar costretti alla chiusura durante la pandemia che non hanno più riaperto, vegetazione incontrollata e sterpaglie che occultano lo sguardo dall’alto sulla città. Della splendida area amata da Goethe non s’interessa più nessuno
L’effetto distopico è vedere i lucchetti da innamorati in stile Ponte Milvio ispirati ai romanzi di Federico Moccia insieme a quelli che sbarrano le porte. Non solo del ristorante e del bar, ma pure del vialetto degli innamorati che, passando sotto un arco ornato dal glicine, s’inoltrava nel parco di Monte Mario e lì sotto ci si facevano le foto. Ma tutto ciò non esiste più. Al famoso Zodiaco non c’è più nulla, un ground zero dimenticato da tutti, dal Campidoglio, dal Municipio XIV e dal Servizio Giardini. Fino a marzo del 2020 c’era il famoso ristorante Lo Zodiaco, che ha vissuto la sua dolce vita negli anni 50-60, poi una ripresa negli anni 80, fino a un lento declino. Apprezzato anche da Goethe, qui Paul Gascoigne scatenò una rissa coi fotografi e Heinz Beck fece un endorsement pro Gianni Alemanno. Insieme al bar di fronte, era un luogo un po’ fané, elegante nella sua decadenza, ma faceva il suo: pranzi, cene, aperitivi, caffè, ma pure compleanni, comunioni e cresime. Il suo principale merito era tenere vivo uno degli angoli più famosi della città.
A marzo 2020, proprio mentre l’Italia intera sta per chiudere per il Covid, chiude pure lo Zodiaco, non per la pandemia ma per un’istanza di fallimento. Non ci addentreremo qui in nell’intricata vicenda, ma il default pare si debba a una richiesta di stipendi arretrati da parte di quattro dipendenti kosovari verso la precedente gestione, che si è riversata sulla nuova. Sta di fatto che ristorante e bar non hanno mai più riaperto. E dell’intera area non s’interessa più nessuno. La vegetazione ha invaso tutto tanto che, dicevamo, la passeggiata degli innamorati è interrotta, ma pure la vista è limitata dalle sterpaglie. E dire che qui con lo sguardo si abbraccia tutta la città: dalla collina Fleming all’Altare della Patria, dal ponte di corso Francia ai Parioli, il Lungotevere, Villa Borghese e Trinità dei Monti. E pure il Quirinale. All’orizzonte, i Castelli.
Mentre siamo qui arrivano due turisti americani. “Wow!”. Poi si guardano intorno e nei loro occhi cala un velo di tristezza. C’è pure una coppietta che si fa i selfie. Miracolo, ancora ci vengono, almeno a vedere le scritte: “Nicholas e Giorgia per sempre insieme” (12-3-2022); “Ho perso la ragione e la ragione sei tu” (3-5-2023); “Marika e Lorenzo, un anno di noi” (21-9-2022). L’edificio del ristorante è ricoperto da un magnifico rincospermo, che a maggio profuma di fiori. Unico segnale di vita in un piazzale dove pure i cassonetti dell’immondizia sono vuoti.