Roma Capoccia - Spina di borgo
Parolin non vede pace all'orizzonte, il Papa riceve Lula. Si tenta l'impossibile
Il cardinale invita al realismo su Kyiv: “Dobbiamo continuare a offrire canali con la mediazione e i buoni uffici, ma non mi pare che attualmente ci siano grandi prospettive”. La stesso senso che si ricava dell’udienza con il presidente brasiliano
Intervenendo ieri a Udine per la presentazione di un libro, il cardinale Pietro Parolin è stato chiaro: “Per la pace in Ucraina nutro una speranza realista. Nel senso che dobbiamo continuare a offrire canali di pace con la mediazione e i buoni uffici, ma non mi pare che attualmente ci siano grandi prospettive che queste offerte siano accettate. Tutto il mondo è preoccupato per questa guerra – ha proseguito – e tutta la comunità internazionale deve continuare a offrire prospettive di pace. Poi ci sono anche le iniziative particolari come quelle della Santa Sede, che sin dall’inizio ha offerto una disponibilità a mediare”. Realismo dunque, unito al tentativo di fare pressione sui protagonisti affinché cerchino una strada per rimuovere gli ostacoli alla pace.
Anche in questo senso va letta l’udienza concessa ieri pomeriggio dal Papa al presidente brasiliano Lula, ricevuto in Vaticano. Il comunicato diffuso dalla Sala Stampa è di quelli classici, senza porre particolari accenti su un tema specifico: “C’è stato un positivo scambio di vedute sulla situazione socio-politica della regione e ci si è soffermati su alcuni temi di comune interesse, quali la promozione della pace e della riconciliazione, la lotta contro la povertà e le disuguaglianze, il rispetto delle popolazioni indigene, nonché la protezione dell’ambiente”.