Roma Capoccia
Consiglieri dem contro gli assessori in Campidoglio: “Non ci invitano agli eventi”
Regge l'accordo tra le correnti per le segreterie della federazione romana e regionale. Nei prossimi giorni la nomina di Enzo Foschi, ma c'è chi è arrabbiato: "Un accordo per il futuro di cinque persone"
“Si è arrivati a situazioni pazzesche”, raccontano alcuni consiglieri del Pd. Si riferiscono a quanto accaduto qualche giorno fa. Quando il portavoce di We Build stava cacciando, trattandoli come degli imbucati, due importanti consiglieri capitolini del Pd dall’inaugurazione del cantiere della metro C a piazza Venezia. I consiglieri, è il fastidio che circola in aula Giulio Cesare, non vengono coinvolti abbastanza. Per questa ragione lo scorso 23 giugno la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli ha scritto una lettera piccata a tutti gli assessori, ribadendo una richiesta già espressa in altre due missive precedente “che non hanno avuto riscontro” relative “alla mancata comunicazione ai consiglieri di eventi pubblici e iniziative istituzionali”. Per questo Celli chiede agli assessori competenti “di comunicare con congruo anticipo ai consiglieri il calendario degli eventi che Roma Capitale organizza e promuove”. “
Nessuna polemica interna al Pd”, rassicura al Foglio Celli. “Semplicemente sarebbe opportuno coinvolgere di più i consiglieri, magari per materia, nelle attività istituzionali”. Nessuna marcatura dei consiglieri sugli assessori, nessuna lite tra correnti quindi? Macchè. Di certo nel Pd Roma la convergenza delle correnti ha portato a un’unica candidatura, quella dell’ex consigliere regionale e coordinatore romano della mozione Schlein Enzo Foschi, che a settembre ha mancato l’elezione alla Camera. In questi giorni si vota per i congressi dei circoli, dove al listone che unisce tutte le correnti si affianca una lista che si chiama “Roma x noi” sostenuta dai Giovani democratici e dagli orfiniani. I delegati poi nomineranno, inevitabilmente senza sorprese, all’assemblea del 10 luglio il nuovo segretario. “Invece di pensare a rinnovare il partito è stato fatto un accordo per garantire il futuro di cinque persone, non proprio in linea con il nuovo corso che la segretaria Schlein ha promesso”, commenta qualcuno tra i dirigenti romani più critici che sperava in un percorso diverso.