roma capoccia
Pubblico numeroso ma raccolto, acustica perfetta, nomi di artisti importanti. L'estate romana della Cavea
L'anfiteatro dell'Auditorium nato dalla brillante intuizione di Piano è diventato una eccellenza romana. E i numeri parlano da soli
E dire che è nata in corso d’opera. Nel progetto iniziale non era prevista. Parliamo della Cavea, l’anfiteatro all’aperto dedicato a “Luciano Berio” all’interno dell’Auditorium di Renzo Piano, luogo diventato centro della musica in città, amatissimo dai romani, con il suo Roma Summer Fest. “Gli artisti vogliono suonare qui perché il rapporto col pubblico è unico, sentono le persone vicine. È uno spazio all’aperto, ma al contempo intimo, non dispersivo, con un’atmosfera particolare. Chiunque suoni qui se ne innamora. E vuole tornare”, racconta Daniele Pitteri, amministratore delegato di Auditorium Parco della Musica. In questi giorni in cui la città è di nuovo sommersa dai rifiuti, vogliamo invece parlare di un’eccellenza romana, la Cavea appunto, luogo unico in Italia per la musica dal vivo: ampio ma raccolto, con un’acustica perfetta, circondato dai tre coleotteri pensati da Piano per le altre sale. Un posto così, per dire, a Milano non c’è. Ma torniamo al progetto iniziale. Dove l’architetto aveva previsto una semplice piazza, un luogo d’incontro prima e dopo i concerti. Il ritrovamento di resti romani e pure di un villino etrusco ha obbligato a un cambio in corsa, con la decisione di sopraelevare le sale interne. A quel punto la piazza si sarebbe trovata leggermente infossata: da lì l’intuizione di Piano di farne un anfiteatro. Idea geniale; l’arena all’aperto è diventata il fiore all’occhiello dell’Auditorium. E i numeri parlano da soli. Nella stagione estiva, da giugno a settembre, l’anno scorso è stato battuto il record di 152 mila presenze, con oltre 6 milioni di incasso. Ma anche il totale dell’Auditorium è notevole: nel 2022 ci sono stati 1077 eventi, per 344 giorni di attività. “Nessuno in Italia fa questi numeri”, sottolinea Pitteri. La Cavea conta 3737 posti a sedere, se invece il parterre viene lasciato in piedi si arriva a 5.128. Domenica sera i Sigur Ròs hanno incantato il pubblico con le loro atmosfere islandesi (e Bob Dylan suonava in Sala Santa Cecilia); lunedì è toccato ai Baustelle far scatenare il pubblico; martedì erano di scena gli One Republic; domani sera tocca a Sting. Ma ci sono stati, tra gli altri, Paolo Conte, Cat Stevens, i Pet Shop Boys, i Porcupine Tree, Ludovico Einaudi. Tra quelli che arriveranno, Daniele Silvestri, Carmen Consoli con Elvis Costello, Paul Weller, Caetano Veloso. Durante la festa del cinema torna a essere luogo d’incontro e passerelle. Aspettando la prossima estate.