Auguri sindaco!

Ricorsi contro il termovalorizzatore respinti. Il regalo del Tar per il compleanno di Gualtieri

Gianluca De Rosa

Il tribunale amministrativo bolla come "del tutto infondati" i ricorsi di associazioni ambientaliste e comuni vicini all'area dove dovrebbe sorgere l'impianto. Il sindaco esulta: "Avevamo ragione, andiamo avanti". Entro fine mese il bando per progettazione e lavori

Tanti auguri Roberto Gualtieri! Per il suo cinquantasettesimo compleanno al sindaco della capitale il regalo più bello l’ha fatto il Tar del Lazio. Mentre una sessantina di persone - staff, gabinetto, commessi e dipendenti - si radunava davanti a una torta alla frutta nella sala degli Arazzi per un frugale brindisi, dal tribunale amministrativo arrivava a palazzo Senatorio la notizia: i ricorsi contro il termovalorizzatore (e gli altri impianti del piano rifiuti di Roma) presentati dai comitati, dalle associazioni ambientaliste e dai Comuni di Albano, Ardea e Ariccia sono stati respinti perché “del tutto infondati”.

 

“Quella del Tar è una decisione importante, che salutiamo con grande favore. Eravamo fiduciosi della forza degli argomenti, della solidità della procedura amministrativa che è partita e che, quindi, andrà avanti: Roma avrà finalmente il suo termovalorizzatore e tutti gli altri impianti necessari per chiudere il ciclo dei rifiuti”, ha subito esultato il sindaco.

  

Adesso, senza intoppi, entro fine luglio, Gualtieri, nella sua veste di commissario straordinario al Giubileo del 2025, dovrà pubblicare la gara per mettere a bando il progetto presentato un consorzio di imprese capitanate da Acea. Il cronoprogramma prevede la stipula del contratto con chi vincerà la gara entro fine febbraio 2024, a inizio luglio, tra meno di un anno, dovranno iniziare i lavori che dureranno poco più di due anni. A settembre 2026 il termovalorizzatore dovrebbe cominciare a ricevere i rifiuti della capitale.

   

Nel motivare la sua decisione, il Tar ha replicato ai due principali punti su cui vertevano i ricorsi: da un lato la legittimità costituzionale della norma che ha esteso anche all’impiantistica per il trattamento dei rifiuti i poteri commissariali del sindaco in vista del Giubileo del 2025, sottraendoli alla Regione Lazio; dall’altra la genericità del decreto legge, il famoso dl Aiuti, in cui è stata inserita la “norma Gualtieri” dall’allora governo Draghi. Sul primo punto il Tar spiega: “deve negarsi che la legittimazione a evocare l'illegittima temporanea sottrazione di competenze amministrative possa spettare ad altri che alla Regione Lazio, in funzione di una vindicatio potestatis connessa alla lesione della sfera del proprio ambito soggettivo giuridico, da far valere con giudizio principale”. In pratica, solo la Regione può ricorrere contro la norma se ritiene illegittima la sottrazione di potere. Mentre sulla coerenza della norma all’interno del decreto i giudici amministrativi scrivono: “la coerenza della disposizione con l'oggetto e le finalità del decreto legge deve essere anzitutto riguardata in relazione al suo titolo – misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti – rispetto al quale non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale, e alla chiusura del ciclo degli stessi, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, ivi compreso il termovalorizzatore, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche, sia con la realizzazione di condizioni atte a valorizzare la produttività delle imprese e l'attrazione degli investimenti”. Insomma, salvare Roma dalla monnezza serve eccome ad attrarre investimenti.

 

Molto soddisfatta l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi. “Questa sentenza – dice – aiuta a fare chiarezza su tanti argomenti che in questi mesi sono stati utilizzati in modo fazioso da coloro che si oppongono alla realizzazione degli impianti per la gestione industriale dei rifiuti della Capitale”. Mentre il M5s – che sulla “norma Gualtieri” diede il via alla crisi del governo Draghi – si prepara alle barricate. Scrivono in una nota l’ex sindaca Virginia Raggi e gli altri esponenti del Movimento in Assemblea capitolina: “Esprimiamo forte perplessità in merito a questa sentenza. Rimarremo a fianco dei comitati che hanno presentato i ricorsi: la lotta contro l'ecomostro di Santa Palomba non si ferma certo qui”. Quindi i comitati annunciano: "Faremo ricorso al Consiglio di Stato".

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