L'intervista
"La giunta chiede al governo personale per le carte d'identità, ma fu Gualtieri a bloccare le assunzioni". Parla l'ex assessore di Raggi
Antonio De Santis, consigliere della lista civica che porta il nome dell'ex sindaca, ricorda quando Gualtieri (da ministro dell'Economia) tagliò i fondi per le assunzioni alla capitale
"Oggi l’assessore Catarci chiede aiuto al governo per poter assumere più personale e ridurre le infinite liste di attesa per avere una carta d’identità, ma forse si dimentica che se Roma non ha personale a sufficienza per il servizi anagrafici è proprio perché il sindaco Gulatieri, quando era ministro dell’Economia, ha varato un provvedimento che disponeva per le metropoli con oltre 1,5 milioni di abitanti, e dunque solo per Roma, un tetto alle assunzioni più alto rispetto a tutte le altre città d’Italia. Peccato che il sindaco sia vittima di quella sua stessa miopia che oggi lo costringe a chiedere aiuto a Meloni”. Antonio De Santis, ex assessore della giunta di Virginia Raggi (con delega proprio ai servizi anagrafici) e oggi consigliere capitolino con la lista civica che porta il nome dell’ex sindaca, si vanta di aver portato prima dell’inizio della pandemia le liste per un appuntamento per rinnovare la carta d’identità a 15 giorni. Oggi invece siamo a oltre nove mesi, tanto che il suo successore, l’assessore della sinistra civica Andrea Catarci, ha scritto una lettera aperta al governo per sbloccare le assunzioni. Il provvedimento a cui si riferisce De Santis risale al 2020. E’ con questo che il Mef ha alzato per Roma la spesa per assunzioni al 25 per cento delle entrate correnti, una percentuale più bassa di quella di tutti gli altri comuni (Milano ad esempio) che supera il 28.
“Grazie a quell’atto - attacca il consigliere - la capitale si trova senza le risorse necessarie per offrire ai cittadini i servizi essenziali. Siamo arrivati al record assoluto per tempi di attesa di una carta d’identità elettronica: ieri il sito dedicato forniva come prima data libera il maggio del 2024”.
De Santis riconosce comunque il problema: “La questione della mancanza di personale – dice – è seria, ma a vederla buttata lì così ci si chiede cosa Catarci abbia fatto nei mesi passati prima di questo appello disperato al governo. Apparentemente nulla, la sensazione è che si siano buttati due anni, credo che questia idea cominci a circolare anche in maggioranza”. In che senso? “Voglio dire che oramai anche nelle sedi istituzionali gli esponenti del Pd rimarcano continuamente l’appartenenza ad altra formazione politica di Catarci e di altri assessori da cui evidentemente non si sentono rappresentati”.