Addio alle Stelle
Nemesi vuole che nel Municipio VIII si prepari l'ennesima fuga dal M5s
Sta andando in scena la diaspora dei pentastellati verso le forze tanto vituperate ai tempi di Beppe Grillo. Da Roberta Della Casa e Marco Colarossi in conferenza stampa con Tajani a Marco Merafina verso il centrosinistra
Dieci piccoli indiani sulla via della diaspora dal M5s: potrebbe essere questo il titolo della saga che sta andando in scena tra Regione e Municipi, con i consiglieri a Cinque Stelle che via via prendono la strada di altri partiti. Ed è uno strano scherzo della Nemesi, questo, per il Movimento che pochi anni fa eleggeva come sindaco Virginia Raggi. Ora, nel percorso a ritroso, i Cinque Stelle che partono si avvicinano alle forze tanto vituperate ai tempi di Beppe Grillo: Forza Italia e sinistra. L’ultimo in procinto di abbandonare il M5s, in favore del centrosinistra, risponde al nome di Marco Merafina, astrofisico, eletto in quell’VIII Municipio dove già un Cinque Stelle aveva manifestato il gran rifiuto per la precedente casa politica (Matteo Bruno – che ha fatto richiesta di passare al gruppo misto. Risultato: ora il M5s rischia di trovarsi senza rappresentanza nel parlamentino). Il crepuscolo dell’estate, comunque, aveva già visto l’uscita dal M5s di due consiglieri regionali, in favore di Forza Italia (al grido di “Giuseppe Conte è succube del Pd”).
Trattasi della già capogruppo grillina in Regione Roberta Della Casa e del già consigliere m5s Marco Colarossi, protagonisti, a inizio settembre, di una conferenza stampa con il leader azzurro Antonio Tajani (“è ovvio che sul tavolo della Regione Lazio le proposte di FI oggi sono più forti. A noi interessano i contenuti, non è un fatto di poltrone”, diceva Tajani, dopo qualche ora di imbarazzo per via della posizione in passato espressa dai due consiglieri sull’invio di armi all’Ucraina). Fatto sta che anche nel municipio IV la diaspora grillina si è manifestata (con il passaggio di Lorenzo Saputi al gruppo misto). Stessa cosa nel XII, con l’addio al M5s del consigliere Alessandro Galletti.
Anche in questo caso Conte è stato giudicato colpevole di intendenza con l’ex nemico dem: sotto accusa i “continui contatti” con il Pd, il partito che un tempo “era quello di Bibbiano”, per dirla con Grillo, e che oggi, per una fetta del M5s contiano, appare interlocutore privilegiato. “La continua ricerca di accordi con il Pd”, dicevano gli ex consiglieri, “ci trova in assoluto disaccordo. Nessuno ha deciso questo apparentamento che, secondo noi, porterà alla fine del Movimento. Il timore è che l’attuale governance abbia rivolto le proprie mire alla distruzione di quello che negli anni molti attivisti hanno creato. Siamo stanchi di assistere a una morte annunciata senza prendere posizione”. Il prossimo addio dall’VIII municipio sarà l’ultimo?