Roma Capoccia
“Cambiamo passo sulle carte d'identità”. Parla Catarci
L'assessore al Personale e ai Servizi anagrafici del Campidoglio promette: “Entro il 2025 ogni romano avrà il suo documento elettronico”. E il ministro Zangrillo risponde al suo appello: a breve un incontro per assumere 2.400 nuovi dipendenti
"Certo che c’è un problema, ma contiamo di risolverlo: entro la fine del 2025, questo è l’obiettivo, tutti i romani avranno la carta d’identità elettronica”. Andrea Catarci, assessore al Personale, ai Servizi anagrafici e al Decentramento, non ci sta a passare per il colpevole delle attese record per l’emissione delle Cie. E però i tempi per un appuntamento hanno raggiunto picchi mai visti: anche oltre otto mesi. “Il primo problema – sostiene l’assessore – è che la domanda è cresciuta esponenzialmente nell’ultimo anno e mezzo a causa della maggiore conoscenza delle potenzialità dello strumento, che permette di avere un’identità digitale alternativa allo Spid, e per l’aumento dei tempi di attesa dei passaporti. A fronte di ciò i municipi e il personale dei servizi anagrafici hanno moltiplicato gli sforzi: nel 2022 sono state emesse 318 mila carte, record assoluto da quando sono in vigore, e 29 mila in più delle 288 mila del 2021. Inoltre – prosegue Catarci – otto mesi è un dato estremo, come lo è trovare, per un colpo di fortuna, un appuntamento a una sola settimana di distanza, l’attesa media è di tre mesi comunque troppo alta, ma contiamo di ridurla in tempi brevissimi a meno di un mese”.
Come farete? “A breve – anticipa al Foglio l’assessore – convocheremo i sindacati per attuare un accordo che abbiamo sottoscritto lo scorso anno e che da metà ottobre aumenterà dalle due, al massimo tre, carte d’identità rilasciate l’ora da ciascun dipendente ad almeno quattro, così nel 2023 arriveremo a 380 mila Cie emesse in un anno, 20 mila in più delle 360 mila previste senza l’accordo”. Ma perché, se l’intesa con i sindacati è stata sottoscritta lo scorso anno, viene attuata solo ora quando i tempi di attesa sono ormai schizzati verso l’alto? “Avevamo promesso ai sindacati che prima di aumentare le performance dei dipendenti sarebbero stati presi due accorgimenti: un potenziamento dei sistemi tecnologici che andavano troppo spesso in down e la messa a punto di un software per permettere ai cittadini il pagamento anticipato del rilascio della carta, una stupidaggine che però permetterà di risparmiare cinque minuti per ogni appuntamento. Abbiamo fatto entrambe le cose e dunque adesso si può partire”.
Intanto Catarci alcune settimane fa ha scritto al ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: un appello al governo per poter assumere, in deroga alle attuali regole, 2.400 dipendenti tra vigili, ingegneri, istruttori amministrativi e docenti. Finalmente il ministro ha risposto. “Si– dice Catarci – la risposta è arrivata giusto due giorni fa: il ministro e si è detto disponibile a un confronto di merito che adesso organizzeremo insieme al sindaco. La questione è molto amplia: Roma è passata in dodici anni da 29 mila a 22 mila dipendenti, c’è il più basso rapporto d’Italia tra dipendenti comunali e abitanti e per di più la città ha l’estensione territoriali più grande d’Europa. Noi abbiamo già usato tutti gli spazi di bilancio possibili, ma senza un intervento gestire bene Giubileo, Pnrr e, se ci sarà, l’Expo del 2030 non sarà possibile, la cosa più urgente sono i vigili”.
Proprio dell’assenza di risorse umane ed economiche si è lamentata in questi giorni la presidente del I Municipio Lorenza Bonaccorsi che ha deciso di restituire al comune la gestione di cinque aree recentemente trasferite dal comune. Altro che decentramento e città dei 15 minuti. “Chiamerò Bonaccorsi al più presto – dice Catarci – ma non credo che il suo sia stato il modo migliore di procedere: con il decentramento delle funzioni erano state spostare anche le risorse, forse erano poche prima e sono poche anche adesso, ma la cosa giusta sarebbe stata segnalare la questione e cercare di risolverla insieme, purtroppo nei municipi si pensa che il comune abbia dei tesori nascosti che non condivide, ma la verità è che la coperta è corta ci sono dipartimenti che stanno peggio dei municipi, bisogna collaborare non scaricare la responsabilità sennò il decentramento rimarrà una chimera”.